9° “Percorso Presepiale 2023” a Minori: il Presepe del Villaggio Torre nella Chiesa di San Michele Arcangelo.
La chiesetta con il suo maestoso platano al centro del sagrato, è proprio il cuore del “Villaggio Torre”, l’abitato rurale minorese sulle pendici dell’alto promontorio, che congiunge in uno scorcio di bellezza assoluta, l’antica porta tra i due borghi di Minori e Maiori.
Su questo sperone di roccia, l’apertura si percepisce effettivamente, forse perché attivata dall’orientamento sull’asse Est-Ovest, secondo il quale è posizionata la chiesa, edificata nel X secolo, nello stesso punto in cui sorgeva un’arcaica “ara sacrificale” dedicata al dio Sole.
La brezza qui soffia leggera, ed in un movimento lento trasporta il profumo di salsedine fuso a quello della vegetazione lungo il “sentiero dei limoni”, lo storico percorso che collega i 3km tra i due borghi, su 400 gradini che arrivano alla collegiata di Santa Maria a Mare di Maiori.
Quest’anno il presepe della chiesa di San Michele Arcangelo, non è stato allestito nella cappella laterale, bensì nell’ambiente principale in posizione ben visibile.
La sua dimensione, seppur limitata, consente di cogliere la similitudine dei luoghi del villaggio, in cui una varietà di personaggi, dall’alto del promontorio nudo ed agreste, contempla ciò che sta accadendo più in basso, apprestandosi alla discesa per raggiungere la grotta della natività, posta in un’ambientazione più urbana ed ispirata alla Minori costiera.
Dentro e fuori, questo luogo è un catalizzatore, di culto, di meditazione e di “attraversamento” di “gente di confine”, l’atmosfera è di un continuo accoglimento, tutti si ri-conoscono, pregano e cantano sulle note dell’organo sapientemente suonato da Francesco Reale.
Appassionato conoscitore del sito, mi mostra costernato alcuni gravi danni alla particolarissima soffittatura dipinta nonché alla sottostante struttura lignea di supporto, sottindendendo purtroppo che esistono molte altre problematiche che necessitano di un attento restauro, che tarda ad arrivare mentre i danni invece continuano lentamente ad accumularsi.
La struttura architettonica della chiesetta è semplice, in armonia con il paesaggio agreste in cui sorge: una facciata a stucchi bianchi e gialli e a destra la torre campanaria a due piani.
A sinistra invece la casa parrocchiale ex scuola elementare, edificata negli anni ’60, in un’epoca funestata dal furore costruttivo per l’uso “indiscriminato” del cemento armato, costituisce un danno d’immagine dello storico vilaggio che purtroppo si commenta da solo.
La demolizione di questo sgraziato ed invasivo corpo anomalo, è pressoché impossibile, ma sarebbe bello se un sapiente progetto di recupero ed un restiling ad hoc, restituisse dignità a questa ammaliante testimonianza storico-urbanistica.
La chiesa ha subito una serie di interventi di riparazione poco ortodossi, primo su tutti il rifacimento in cemento armato delle strutture e orditure lignee del tetto, effettuato negli anni ’80, con lo stravolgimento della tipologia edilizia originaria.
L’interno della chiesa è ad aula unica longitudinale con piccola abside rialzata con colonne laterali, l’unico ingresso centrale è dotato di un piccolo atrio ligneo, dal quale si accede a destra ad un ancolo deposito che conduce alla scaletta per la cella campanaria, ed alla cantoria con il suo organo a canne del 1739 non funzionante.
In prossimità dell’ingresso, sempre a destra sul lato verso il mare, si apre anche una cappella laterale con delle piccole finestre sul panorama dell’orizzonte.
Le decorazioni sono eclettiche, realizzate a cavallo tra il XIX e XX secolo, secondo la cultura pittorica del tempo, che ripropone il linearismo dell’arte gotico-bizantina.
Il programma pittorico è articolato su riparti di varie dimensioni e forme incorniciati con motivi ornamentali geometrici, simbolici e floreali, in cui sono presenti campiture decorative o personaggi e scene agiografiche.
Quelle della navata e del soffitto risalgono agli anni ’30 ad opera di Gaetano Piedimonte, che si ispirò al movimento artistico dei Nazareni, i quali traevano le immagini spirituali rappresentate, direttamente dal repertorio iconografico medievale.
Al centro del soffitto è raffigurato San Michele tra i Santi Vito e Vincenzo, sopra e sotto queste tre figure sono ritratti Gesù Cristo con l’Immacolata Concezione ed i quattro evangelisti, lungo le pareti una teoria di angeli oranti e gigli bianchi.
Le sedute in metallo e legno con inginocchiatoio a chiusura, sono spartane ma contribuiscono ad enfatizzare l’aura vintage che permea tutto l’ambiente, ma ad impreziosire l’atmosfera c’è una lampada argentea e due bei lampadari di cristallo del XIX secolo.
L’arco acuto, sostenuto dalle due colonne decorate con motivi geometrici e floreali, incornicia l’altare tridentino in marmi policromi, sul quale campeggia un trittico in cui sono rappresentati San Michele che calpesta il demonio, sovrastato dall’Eterno Padre e dai due compatroni del villaggio, San Vito e San Marco.
Questo trittico è opera di Matteo Casella e rappresenta uno dei rari prodotti di “art noveau” esistenti in Costiera Amalfitana.
Si inseriscono anche due opere contemporanee degli anni ’80: un San Michele realizzato dal pittore salernitano Mario Carotenuto ed l’altra della lavanda dei piedi dei pittori Vito Barra e Giovanni Gargano.
Degne di nota anche alcune delle statue lignee del XIX secolo di San Michele Arcangelo, portata in processione il 29 settembre e quella dell’Immacolata Concezione, anch’essa condotta processionalmente per le vie del villaggio l’8 dicembre.