Caccia al killer ad Angri: Alla fiaccolata in centinaia hanno sfilato domenica al coro di “LEONE VIVE” e “GIUSTIZIA”
Giovani, donne, famiglie, Associazioni e singoli cittadini sono arrivati nel Salernitano da tutt’Italia per commemorare il gattino Leone.
Centinaia di persone, forse circa duemila hanno chiesto giustizia per una creatura crudelmente seviziata, diventata ormai un simbolo.
Al coro di “LEONE VIVE” e “GIUSTIZIA” hanno sfilato per le strade di Angri, al freddo ed al suono delle campane delle chiese, contro quell’atto di indicibile violenza, che ha scosso le coscienze di tutt’Italia.
La fiaccolata è stata trasmessa anche in diretta sui social, ed a chi seguiva da casa è stato chiesto di accendere una candela per unirsi idealmente alla marcia e manifestare solidarietà.
L’alto numero delle persone che hanno partecipato fa riflettere, tanto che anche il sindaco Cosimo Ferraioli ha ribadito la forte volontà di dare impulso alle indagini: “Da parte nostra, faremo tutto il possibile per rendergli giustizia e per evitare che cali l’attenzione”.
Del caso si è interessato anche la trasmissione televisiva “Chi l’ha visto?”, chiedendo a chiunque possa sapere o aver visto qualcosa, di rivolgersi agli inquirenti.
Carla Rocchi, presidente nazionale dell’Enpa (Ente nazionale protezione animali), attraverso il suo ufficio legale, ha presentato denuncia contro ignoti affinché questa morte atroce non cada nel vuoto: “Contiamo sul lavoro delle forze dell’ordine e chiediamo l’aiuto di tutti. Se qualcuno avesse visto qualcosa si faccia avanti, anche in forma anonima. La persona che ha commesso un atto così crudele è una persona pericolosa. Bisogna agire subito”.
L’opinione sulla pericolosità del soggetto che ha compiuto questo atto, non è solo quella del presidente dell’Enpa. Il Messaggero, a proposito della vicenda, ha intervistato la psicoterapeuta Virginia Ciaravolo che ha tracciato quello che potrebbe essere il profilo del killer.
Dalle sue parole emerge quanto questa persona potrebbe essere socialmente pericolosa: “È indice di crudeltà immane, di mancanza di empatia. Noi che ci occupiamo di violenza di genere, mettiamo tra le caratteristiche di quello che potrebbe sviluppare in futuro delle violenze nei confronti delle donne, gli uccisori di animali, per cui è un indicatore per noi molto importante”.
“Ho guardato il video e si vede il gattino che ha sofferto veramente le pene dell’inferno, si lamentava e miagolava all’inverosimile. Per cui si presume che dall’altra parte ci sia un godimento, e quindi un sadismo immane.”
La psicoterapeuta conclude che probabilmente chi lo ha fatto, lo aveva già fatto, e per questo è di fondamentale importanza trovarlo.
La triste storia di Leone, ha evidenziato ancora una volta, la richiesta da parte di milioni di persone, di punire più severamente chi compie atti criminali nei confronti degli animali.