Amalfi: cronaca di “testimonianze” ed “adesioni”- sabato i ragazzi dell’ACR intervistano Don Pasquale Avitabile e la maestra Flora Moio, domenica la festa dell’adesione dell’AC parrocchiale

E’ stato un fine settimana carico di piacevoli impegni per i bambini ed i ragazzi di Amalfi che fanno parte dell’Azione Cattolica.

Sabato 9 dicembre, nel pomeriggio, i ragazzi hanno intervistato due testimoni che hanno messo la loro vita al servizio degli altri; si tratta della maestra della Scuola Primaria dell’Istituto Comprensivo di Amalfi Flora Moio e di Don Pasquale Avitabile.

La maestra Flora ha iniziato ad insegnare oltre trent’anni fa; i bambini più piccoli che l’hanno intervistata le hanno posto domande semplici e chiare sul suo lavoro, a cui è stata lieta di rispondere, con la gentilezza e la pazienza che da sempre la contraddistinguono. Erano curiosi di conoscere cosa l’avesse spinta ad insegnare, cosa riceve quotidianamente dal suo lavoro, se la famiglia era d’accordo sulla sua scelta e se si fosse mai pentita di averla fatta.

Le risposte sono state una testimonianza di fede: la maestra ha spiegato: ” Da piccola volevo fare la ballerina, ma un incidente di percorso non mi ha permesso di continuare ad allenarmi. fare la maestra non è stato un ripiego, ma una vocazione. Sicuramente do ai bambini delle nozioni, ma non sono informazioni sterili; metto il cuore in quello che faccio e ricevo, in termini di affetto, un universo di emozioni. Fare la maestra non significa solo insegnare a leggere e fare i conti; significa avere la responsabilità  di aiutare i bambini a rincorrere i propri sogni, a cambiare il mondo partendo dalle piccole cose, fornendo loro gli strumenti necessari per farlo”. Ha poi confessato che i suoi figli non sono mai stati entusiasti del mestiere della loro madre, in quanto hanno sempre visto in lei il rigore e la serietà che un docente deve avere, l’autorevolezza di ricoprire un ruolo di responsabilità, quella di risvegliare l’interesse nei ragazzi, far divampare quell’incendio di curiosità, entusiasmo e voglia di conoscere che, una volta acceso, li accompagnerà per tutta la loro vita. Non si è mai pentita della sua scelta, nonostante le difficoltà e i momenti di sconforto, perchè crede in ciò che fa ed è sicura di aver lasciato un ricordo positivo in ogni bambino a cui ha insegnato fino ad ora.

L’intervista a Don Pasquale Avitabile ha messo al centro di tutto il discorso la preghiera: pregare è indispensabile perché ci mette in contatto con la nostra identità più profonda e ci porta nella giusta prospettiva per guardare alla vita riscoprendo la verità come figli e fratelli sotto lo sguardo di Dio.

Don Pasquale ha fatto un viaggio a ritroso nella sua vita: figlio unico, colpito da una malattia a soli quattro anni, un voto della zia alla Madonna dell’Avvocata per la sua guarigione, la preghiera che lo accompagnava quotidianamente nel tragitto in autobus per andare a scuola, qualche fidanzata, il lavoro come cuoco, poi come cameriere e la vocazione, ciò che ha illuminato la sua vita, ciò che lo rende felice, quella felicità appagante che tutti cercano. I ragazzi erano attenti ad ogni parola di questo giovane che è uno di loro, che capisce le loro paure e le loro aspettative, che li sa ascoltare e guidare, che gioca con loro e li aiuta nel percorso cristiano.

Domenica 10 dicembre, dopo la messa della famiglia, Don Antonio Porpora ha invitato i ragazzi, i giovani e gli adulti che hanno deciso di partecipare alla festa dell’adesione dell’Azione Cattolica parrocchiale a recarsi sulla tomba dell’ Apostolo Sant’Andrea per diventare ‘discepoli missionari’.

Nella foto c’è Maria Rabasco, la “tesserata” più anziana, che rappresenta un esempio per tutti di come dedicare la vita alla famiglia, ai figli ed ai nipoti sia un’ulteriore testimonianza dell’essere cristiani.

In fondo l’Azione Cattolica è questo: vivere, ciascuno a propria misura, l’esperienza di fede, l’annuncio del Vangelo e la chiamata alla santità.