Capodichino, tassa di imbarco da 2 euro a passeggero: il Tar dà ragione al Comune, no a Gesac, Atex e compagnie aeree
Per i giudici il provvedimento è legittimo e rientra nelle misure adottate per ripianare il disavanzo del Comune, come stabilito dal Patto per Napoli
Delibera che ha istituito la tassa di 2 euro per i passeggeri che salgono su voli che partono da Capodichino. Tassa che è stata emanata in linea su quanto stabilito dal Patto per Napoli. Contro il ricorso delle compagnie si è espressa la sesta sezione del Tribunale amministrativo regionale per la Campania (Santino Scudeller, presidente; Angela Fontana, consigliere; Rocco Vampa, primo referendario ed estensore).
La stessa sezione del Tar ha respinto il ricorso della Gesac e ha condannato la società al pagamento delle spese di lite in favore del Comune per 5 mila euro. L’Enac l’ente nazionale (dell’aviazione civile) è stato condannato al pagamento delle spese di lite nei confronti del Comune per 3 mila euro.
La misura che grava sui biglietti aerei è prevista alla legge del “Patto per Napoli”, voluta dal parlamento per salvare Palazzo San Giacomo dal dissesto.
Tra i provvedimenti per coprire un quarto del prestito ottenuto alla Stato è stata indicata proprio quella dell’addizionale comunale sui diritti di imbarco. Tra i motivi del ricorso di Gesac ha indicato che non si “non si comprende per quale ragione i passeggeri dei voli, che non hanno alcun rapporto con la città, debbano farsi carico dei debiti di quest’ultima”.
Per la società presieduta da Roberto Barbieri ad “essere destinatari di ulteriori imposizioni fiscali necessarie per il risanamento del bilancio, dovrebbero essere solo e soltanto i residenti del Comune”.
Ma secondo il Tar “il transito nella città partenopea – giocoforza implicato dall’acquisto di un biglietto aereo, avente Capodichino quale scalo di riferimento” costituisce un “peso” e una “incidenza” che “tale circostanza verosimilmente, è idonea ad avere sulle infrastrutture e sui servizi comunali” e di qui “la ragionevolezza dell’impiego delle risorse in tal modo reperite a ripianare il debito e a rilanciare gli investimenti della città che ospita lo scalo utilizzato dal passeggero”.
In pratica le migliaia di turisti che arrivano a Napoli attraverso l’aeroporto rappresentano per la città un peso sui servizi e quindi un costo, da qui la legittimità del Comune di stabilire un’addizionale anche per ripianare i debiti.
Scrive il Tar: “Indubitabile è il fatto che il transito e la partenza nello scalo partenopeo costituiscano circostanze ragionevolmente incidenti sul costo dei servizi determinato dall’afflusso turistico che ne consegue (a titolo esemplificativo, i servizi indivisibili afferenti allo smaltimento dei rifiuti), e determinanti – essendo la struttura aeroportuale in ogni caso connessa all’area metropolitana – pressione sulla correlata rete urbana e metropolitana delle infrastrutture, con ricadute in termini di costi gravanti, in definitiva, sulla casse comunali”.
Quindi la tassa per i diritti di imbarco rientra “in maniera logica e coerente”, si legge nella sentenza sul ricorso delle compagnie low cost, “nel quadro complessivo delle altre variegate misure, come l’aumento dell’Iperf, tutte funzionalmente preordinate al ripianamento del disavanzo”, come previsto dal Patto per Napoli.
Il Tribunale amministrativo ricorda anche che si tratta di scelte “nel quadro di autonomia finanziaria” di un’amministrazione comunale e che scelte analoghe “sono state sperimentate con l’addizionale a Roma finalizzata a coprire il disavanzo di Roma capitale”.
Quello della tassa di due euro sugli imbarchi in partenza da Capodichino ha rappresentato nei mesi scorsi uno dei motivi, insieme alle rotte “fracassone” di alcune linee aree sul centro abitato, di un duro scontro tra Gesac e Comune. Un contrasto che però è andato in archivio con una ritrovata armonia tra la società che gestisce l’aeroporto e il Comune di una città che continua a segnare cifre record di turisti.