Capri, la replica dell’UNC dell’isola al parroco Don Pasquale Irolla sulla questione dei presunti sfratti

Capri. Restano accesi i riflettori sulla questione dei presunti sfratti ai danni delle famiglie capresi meno abbienti e delle associazioni di volontariato che, secondo l’UNC (Unione Nazionale Consumatori) dell’isola sarebbero stati posti in essere dalla Parrocchia Santo Stefano Protomartire con “attacchi” al parroco Don Pasquale Irolla il quale, con un comunicato, precisava:: «In relazione al contenuto degli articoli e dei servizi radiotelevisivi in merito ai presunti sfratti posti in essere dalla Parrocchia Santo Stefano Protomartire Capri il reverendo Pasquale Irolla, in accordo con la Curia di Sorrento-Castellammare di Stabia, precisa quanto segue:
– la Parrocchia Santo Stefano Protomartire non ha sfrattato l’UNITALSI ma con questa ha concordato il trasferimento della sede caprese nella più ampia struttura della Cappella di S. Anna che anni addietro ospitava la sede storica della stessa UNITALSI, tale trasferimento è stato agevolato anche mediante l’elargizione da parte di un terzo di un significativo contributo economico per le spese di trasloco;
– il reverendo Pasquale Irolla non ha sfrattato il Consorzio Luna – ente incaricato della gestione di servizi sociali di particolare valore sull’isola – ma ha chiesto ed ottenuto il recupero dei canoni pregressi in un clima di cordialità e collaborazione. La Parrocchia, al contrario, ha provveduto al pagamento di una pregressa morosità presso la GORI S.p.A. che impediva di fatto allo stesso Consorzio Luna di fruire della struttura per la mancanza del servizio idrico, la circostanza potrà essere riscontrata presso lo studio legale Gabriele che ha assistito il Consorzio Luna;
– Il reverendo Pasquale Irolla non ha sfrattato la signora Anna Pignataro ma chiesto ed ottenuto un’ordinanza anticipatoria della cessazione del contratto di locazione. Tale iniziativa processuale si è resa necessaria per le attività edilizie abusivamente poste in essere dalla signora Pignataro per le quali il Comune di Capri ha adottato un’ordinanza di ripristino che – qualora non eseguita nei 90 giorni – determinerà l’acquisizione al patrimonio comunale dell’appartamento posto a 20 metri dalla famosa piazzetta di Capri».
Non si è fatta attendere la replica dell’Unione Nazionale Consumatori che – con un post pubblicato sulla propria pagina Facebook – precisa: «Malgrado nel comunicato stampa, diffuso ieri dalla Parrocchia di Capri, non sia stato fornito alcun riscontro a quanto richiesto nella nostra PEC del 24.11, ossia, sulla scorta degli sfratti ed inviti al rilascio in corso, di verificare se negli atti di donazione degli immobili ad essa conferiti vi siano degli obblighi, seppur anche morali, di destinare tali lasciti a determinate categorie disagiate, occorre effettuare, nel rispetto del ruolo che la Parrocchia ha sempre avuto nella comunità, alcune dovute precisazioni da parte nostra.
In primo luogo si censura l’ atteggiamento denigratorio e diffamatorio, perseguibile in ogni sede, nell’ aver tirato in ballo, con nome e cognome, anche in violazione della privacy, con dichiarazioni false e ricostruzioni artate a convenienza, una giovane donna caprese, una mamma di figli, che sta vivendo un dramma abitativo, apostrofata come abusivista e da cui sarebbe conseguito lo sfratto per fine locazione. Il tutto senza avere un minimo di scrupolo per gli eventuali contraccolpi psicologici che un’ azione del genere può generare in una persona debole, di cui il Reverendo firmatario si assumerà le dovute responsabilità non solo terrene.
A ciò si aggiunga che il buon Reverendo scrive cose inesatte e distorte, al fine di giustificarsi e limitando il suo chiarimento a giustificazioni degli sfratti (non tutte le questioni) e non a parlare del problema reale, come stanno tentando di fare i Comuni, ossia di fare fronte all’ emergenza abitativa, a seguito del prolefilarsi delle case vacanze e dei b&b.
Non è assolutamente vero, carte alla mano, che l’ azione di sfratto è stata proposta per gli abusi effettuati (un modesto soppalco in legno interno, smontabile a mani, tipo una cabina armadio, per creare un ambiente separato per i figli, realizzato dalla signora, previa autorizzazione, seppur verbale, di Don Carmine nel 2015, basti chiedere al riguardo al personale della Parrocchia). Tale ordinanza di demolizione, non di acquisizione come si vuol fare credere, è stata emessa solo una settimana or sono ed è impugnabile e comunque sanabile, visto che non si tratta di costruzione. La volontà di sfrattare la signora dall’ immobile risale a più di un anno fa, dapprima notificando una intimazione di sfratto per morosità, facendo rientrare nell’ importo richiesto canoni rinunciati dalla Parrocchia per emergenza Covid e quelli ante 2017 (prescritti e comunque rinunciati). Nonostante ciò la signora ha pagato la somma richiesta, anche con una rateizzazione, per cercare una soluzione pacifica, pur di dare stabilità al proprio nucleo familiare.
Successivamente, invece, nella primavera del 2023 a seguito di una segnalazione dell’ esistenza di un’ infiltrazione dal tetto e l’ invito ad inviare un tecnico, la Parrocchia ha proposto sfratto per fine locazione, causa iscritta al ruolo a luglio 2023, ed il provvedimento di rilascio provvisoriamente esecutivo è stato emesso a settembre La signora, e questo non lo dice il parroco, aveva proposto raddoppio del canone per un nuovo contratto, da questi rifiutato. Le fu proposto un altro appartamento, a Palazzo Orrico a Marina Grande, che si sarebbe liberato a breve (dove si trova il centro diurno per i disabili).
Stranamente il 21 novembre è stato contestato abuso alla signora e alla parrocchia (prima volta nella storia di Capri). Quanto scritto dal Parroco rappresenta, quindi, il falso. Sul punto è testimone anche il Sindaco di Capri che per ovviare il problema ha cercato di trovare una soluzione con la Parrocchia mesi or sono.
Riguardo alla sede per i disabili è altrettanto falso. Stamattina abbiamo contattato l’ amministratrice della cooperativa che gestisce il centro, che ci ha confermato che era volontà della Parrocchia sfrattarli dall’ immobile, ma che si è raggiunto un accordo solo dopo che la notizia era rimbalzata sulla stampa. Riguardo alla fornitura idrica non saldata, per soli euro 361,00, seppur non abbiamo fatto alcun riferimento in merito, si tratterebbe di fornitura intestata alla Parrocchia che avrebbe dovuto pagare la Gori, per poi essere rimborsata. È stata la parrocchia a non aver comunicato alla cooperativa Luna il mancato pagamento e né tanto meno la nota di preavviso di distacco.
Riguardo alla questione Unitalsi, non conosciamo i particolari ed i riferimenti ad associazioni di volontariato non riguardavano tale associazione. Per ogni chiarimento, per quanto di nostra conoscenza, siamo disponibili a mostrare a chi interessa la documentazione in nostro possesso, che smentisce palesemente quanto scritto dal Parroco».

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