Giustizia per Leone: Organizzata una Fiaccolata ad Angri per il 17 dicembre
I cittadini di Angri, chiedono giustizia per Leone, il gattino scuoiato vivo e abbandonato in strada nel piccolo comune alle spalle dei Monti Lattari domenica 10 dicembre, dopo quattro giorni di agonia.
L’annuncio proviene dalla pagina Facebook dell’associazione dai volontari del canile di Cava dei Tirreni, che lo hanno soccorso ed aggiornato sulle condizioni di salute, apparse dal primo momento disperate.
Il nome “Leone” è stato un omaggio alla forza che il gattino, nonostante le speranze quasi nulle di sopravvivere, ha mostrato durante le cure fino al decesso, avvenuto durante la notte: “Il nostro Leone ci ha lasciato circondato fino alla fine da quell’amore che ha cercato in tutti i modi di combattere contro questo crimine senza precedenti”.
Il corpo di Leone verrà sottoposto ad esame autoptico dal dott. Luigi Toro e, come promesso subito dopo il ritrovamento del corpicino martoriato, ha già aperto un fascicolo da presentare alla Procura.
Il deputato Francesco Emilio Borrelli, sui social ha scritto: “L’assassino del piccolo Leone, e i suoi eventuali complici, devono essere assicurati alla giustizia al più presto. Un criminale in grado di compiere questo atto di crudeltà senza precedenti, qualcosa di mai visto prima, è un pericolo pubblico. Va trovato e condannato in modo esemplare. E con lui tutti quelli che eventualmente lo hanno aiutato. Chiunque abbia informazioni utili per gli inquirenti si faccia avanti, anche in forma anonima, per far sì che questo orrendo crimine non resti impunito”.
Del resto basta un solo uomo crudele a macchiare un luogo, anche il più ameno ed animalista, e trasformarlo in un territorio fortemente respingente.
Bambini, donne, persone anziane, turisti e tutti i soggetti più indifesi, in questi casi risultano a rischio.
Gli individui che maltrattano o uccidono gli animali infatti, prendono di mira proprio quelli più piccoli ed indifesi, e prima o poi sono destinati a trasformarsi nei serial killer di domani, in stalker, rapinatori o stupratori.
È arrivato il momento di parlare chiaro: si tratta in ogni caso di “persone” tendenti alla devianza sociale.
È stato ormai ampiamente dimostrato che il maltrattamento degli animali è il primo gradino della scala della violenza, ed in quanto tale è predittivo di future violenze, come dimostrato da ricerche e studi condotti non solo a livello mondiale, ma anche in Italia.
La crudeltà fisica su animali è tra i sintomi del “disturbo della condotta” considerato l’anticamera del disturbo antisociale in età adulta, e dovrebbe diventare d’obbligo, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, una preventiva classificazione di quei soggetti a rischio a partire dall’età scolare, affinché si realizzi la giusta percezione del fenomeno e delle sue implicazioni sociali.