La Maschera Africana che ha scatenato una feroce battaglia legale e artistica
La Maschera Africana che ha scatenato una feroce battaglia legale e artistica
Il fascino degli oggetti d’antiquariato e delle opere d’arte nascoste in soffitte e cantine è sempre stato motivo di racconti e leggende. La storia recente di una maschera africana, appartenente al popolo Fang del Gabon, ha scatenato un dibattito legale e artistico che ha catturato l’attenzione internazionale.
Tutto ha avuto inizio nella soffitta dei signori Fournier, una coppia di ottantenni che, ignari del suo valore reale, hanno venduto la maschera a un mercante dell’usato per una cifra modesta, circa 150 euro. Purtroppo, hanno presto realizzato l’errore commesso, tentando senza successo di recuperare l’oggetto o ricevere un adeguato risarcimento.
Il tribunale di Alès, nel sud della Francia, ha respinto la richiesta dei signori Fournier, sostenendo che il mercante non aveva la competenza necessaria per riconoscere il valore artistico e storico della maschera. Secondo il giudice, la negligenza della coppia nel valutare correttamente l’oggetto ha invalidato la richiesta di annullare la vendita.
Il mercante, invece, ha portato la maschera a una casa d’aste, scoprendo che si trattava di una rara maschera Ngil del XIX secolo, una delle soltanto dieci esistenti al mondo. Inizialmente stimata intorno ai 300.000 euro, la maschera è stata poi venduta all’asta per una cifra sbalorditiva: 4,2 milioni di euro, dopo le commissioni.
Nonostante le richieste di annullamento della vendita provenienti dai signori Fournier e persino dal Gabon, che ha denunciato il caso come ricettazione, il tribunale ha mantenuto la validità della transazione. La Repubblica del Gabon ha chiesto il rimpatrio della maschera, mentre il presidente francese Macron ha espresso il desiderio di restituire l’oggetto al suo paese d’origine.
Attualmente, il tribunale ha respinto la richiesta del Gabon, mantenendo viva la speranza di ritrovare in soffitta non solo oggetti di valore, ma anche pezzi unici di storia e arte. La vicenda ha suscitato un ampio dibattito sulle responsabilità legate alla valutazione accurata degli oggetti d’arte e sull’importanza di preservare e restituire i tesori culturali alle loro origini.
Questa storia, come un capitolo di un romanzo avvincente, continua a catturare l’immaginazione di chi sogna di trovare il proprio tesoro nascosto, alimentando la speranza di scoperte inaspettate e di incontri con la storia che si celano nei luoghi più impensati.