La Medicina Narrativa è una metodologia d’intervento basata sulla competenza comunicativa
Medicina Narrativa, accordo tra ASSIMEFAC e Università degli Studi Suor Orsola Benincasa, se ne è discusso ad un convegno all’Ordine dei Medici di Napoli
Si parla tanta di medicina “alternativa” per indicare pratiche naturali come le nuove medicine, conosciute anche con il termine “non convenzionali”, alcune persone si sono indirizzate verso la medicina alternativa al posto di quella classica convenzionale, basata sull’assunzione di farmaci per il timore degli effetti collaterali. Non bisogna confonderla invece con la di medicina “narrativa”. La Medicina Narrativa è una metodologia d’intervento clinico-assistenziale basata su una specifica competenza comunicativa. La narrazione, infatti, è lo strumento fondamentale per acquisire, comprendere e integrare i diversi punti di vista di quanti intervengono nella malattia e nel processo di cura. Una volta esisteva il medico di famiglia, ora vi è il medico di base, o meglio il medico di medicina generale di assistenza primaria che fornisce assistenza sanitaria sul territorio, rivestendo il ruolo di medico curante di un certo numero di persone assistite. In genere il medico di famiglia è colui che prende in carico tutti i membri dello stesso nucleo familiare e li assiste per anni. A questo “amico di famiglia” potevi raccontare i tuoi problemi, visto che generalmente ti conosceva da piccolo. L’ascolto è già parte della cura poiché la nostra persona è un’unità psico-fisica come insegna la medicina orientale, occorre prima curare la psiche per curare il corpo. Di medicina narrativa si è discusso presso l’Ordine dei medici di Napoli in occasione del convegno “L’atto medico e la medicina narrativa: quando la narrazione diviene tempo di cura” organizzato da Anima Iris – consulenza integrata in psicologia clinica e l’AIDM (Associazione Italiana Donne Medico) di Napoli con Provider AGENAS. L’interessante relazione di Annamaria Ascione ha sottolineato come: «La narrazione è lo strumento fondamentale per acquisire, comprendere e integrare i diversi punti di vista di quanti intervengono nella malattia e nel processo di cura. Lo scopo è la costruzione condivisa di un percorso di cura personalizzato (storia di cura). La Medicina Narrativa (NBM) si integra con l’Evidence-Based Medicine (EBM) e, tenendo conto della pluralità delle prospettive, rende le decisioni clinico-assistenziali più complete, personalizzate, efficaci e appropriate. La narrazione del paziente e di chi se ne prende cura è un elemento imprescindibile della medicina contemporanea, fondata sulla partecipazione attiva dei soggetti coinvolti nelle scelte. Le persone, attraverso le loro storie, diventano protagoniste del processo di cura. Le parole, utilizzate ed interpretate in maniera corretta, rafforzano quindi la relazione medico-paziente, permettendo in determinati casi diagnosi più precise e conseguenti migliori percorsi di cura». Pasquale Contaldi, Presidente dell’Ente del Terzo Settore “Concordia Magna Res Crescunt” e segretario provinciale del Sindacato Medici Italiani, ha dato il suo personale supporto ai lavori del convegno in quanto è da tempo impegnato in attività di promozione e integrazione tra Medicina, Psicologia e Narratologia Medica. La narrazione del paziente e di chi è vicino allo stesso è un elemento imprescindibile della medicina contemporanea, fondata sulla partecipazione attiva dei soggetti coinvolti nelle scelte come spiega Leonida Iannattuoni, Presidente Nazionale ASSIMEFAC (Associazione Società Scientifica Interdisciplinare e di Medicina di Famiglia) e Comunità: «Il convegno che è stato organizzato è importantissimo in questo momento storico, dove la medicina sta diventando sempre più tecnica però si sta perdendo il contatto umano tra medico e paziente. La narrazione, il racconto da parte del paziente delle proprie paure, delle proprie ansie, del proprio dolore e delle proprie aspettative, può agevolare il percorso di cura e guarigione. I tecnicismi stanno allontanando i rapporti umani nella professione medica ed ecco che con la medicina narrativa si cerca di riavvicinare queste due figure facendone riscoprire l’empatia». Tra i relatori del simposio Paola Villani coordinatrice scientifica del master Medical Humanitis dell’unisob, per la quale: «Occorre un incrocio interdisciplinare. Con ASSIMEFAC e UNISOB (Università degli Studi Suor Orsola Benincasa di Napoli) la collaborazione è partita con tanti obiettivi di ricerca e di formazione. Il convegno è di sicuro un arricchimento per il nostro master che riuscisse umanisti filosofi ma anche medici perché anche la medicina narrativa è una scienza con metodi, linguaggi e non ci si può improvvisare narratologi». Teresa Rea, Presidente Ordine Nazionale Infermieri e docente UNINA, ha sottolineato come nell’intervento dell’infermiere e delle professioni sanitarie sia fondamentale l’ascolto della narrazione tanto del singolo quanto della famiglia del paziente.
Harry di Prisco