Napoli: tre giorni per declinare ‘Cura’ come Parola Politica

6 dicembre 2023 | 21:11
Napoli: tre giorni per declinare ‘Cura’ come Parola Politica

Un Festival Alter-Nativo per rinsaldare i legami tra persone e territorio
8-10 dicembre, IAV-In Arte Vesuvio (via Nazario Sauro 23)

Generico dicembre 2023

E’ ‘Cura’ la parola chiave del Festival Alter-Nativo La Parola Politica, promosso dall’Associazione Communitas ed in programma a Napoli dall’8 al 10 dicembre presso IAV-In Arte Vesuvio di via Nazario Sauro 23.

“Il Festival – spiega Felice Casucci, Presidente del Consiglio di Indirizzo e promotore del Festival – è incentrato sulla rivalutazione della parola e del senso della ‘Cura’, intesa come cura di sé stessi, cura dei territori, cura degli strumenti che tengono insieme le persone con i territori per superare quel senso di abbandono che caratterizza sia le aree fortemente urbanizzate sia le aree interne. Spopolare, infatti, significa privare la realtà della carne viva della democrazia occidentale, diseducando la cittadinanza attiva e mortificando la speranza di una rigenerazione autentica. Occorre, invece, costruire forze sociali in grado di legittimarsi, attraverso il consenso democratico, al governo di un territorio, piccolo o grande che sia”.

La parola ‘Cura’ verrà declinata, nel corso della tre giorni, in ‘Civismo’, ‘Politica’, ‘Arti Professioni Mestieri’, attraverso il confronto tra associazioni e organizzazioni non lucrative del civismo campano; la presentazione del libro ‘Vitam Instituere-Genealogia dell’istituzione’ di Roberto Esposito; la tavola rotonda su ‘Quale politica per lo sviluppo-Mezzogiorno e Mediterraneo’, preceduto dall’intervento musicale di M’Barka Ben Taleb. Conclude il Festival ‘Arti Professioni Mestieri’: performance, exhibit, testimonianze.

Animeranno le tre giornate del Festival, tra gli altri, Felice Casucci, Maurizio de Giovanni, Roberto Esposito, Almerigo Pantalone, Salvatore Sannino, Felice Iossa, Paolo Russo, Francesco Todisco, Ottaviano Vistocco, Matilde Andolfo, Massimo Andrei, Amedeo Colella, Rosaria De Cicco, Antonio Tubelli, Laura Niola, Flavio Pagano.

“Abbiamo ideato questo festival per riconoscerci e riconoscere le persone come parte integrante del percorso da fare insieme – conclude Casucci – superando la logica autoreferenziale, dichiarata ma non verificata, della competenza, occorrono idee e compattezza: le istituzioni siamo noi. Cura, in ultima analisi, è un atto d’amore per la propria vita, che è il presupposto ineliminabile della virtù pubblica”.