Violato il Fiordo di Furore: il presidente Andrea Ferraioli del Distretto Turistico Costa d’Amalfi sollecita un intervento per identificare gli autori del gesto ed il recupero del decoro.

16 dicembre 2023 | 16:26
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Violato il Fiordo di Furore: il presidente Andrea Ferraioli del Distretto Turistico Costa d’Amalfi sollecita un intervento per identificare gli autori del gesto ed il recupero del decoro.

Uno squallido ed inutile murale in “urban stile”, ha sfregiato il Fiordo di Furore, e precisamente la casa che fu il nido d’amore di Anna Magnani e Roberto Rossellini: la solita inutile firma “graffitara”.

È evidente che non si tratta nemmeno di un atto artistico, ma semplicemente di un muro deturpato: quel muro rosa della casetta con la volta a botte, del “monazzeno”, antico rifugio di pescatori ad ambiente unico, acquitato da “Annarella” per 10mila lire, dove visse momenti d’amore tempestoso col regista e maestro del nostro celebre Neorealismo.

La Magnani la battezzò “Villa della Storta”, questa location in Costa d’Amalfi del film “L’amore”, nell’episodio de “Il Miracolo”, girato tra Furore, Maiori ed Atrani.

Quello del complesso urbano del fiordo e un unicum che ha dato vita anche ad un ecomuseo permanente, riconosciuto tra i “Borghi più belli d’Italia”, sottoposto a vincolo paesaggistico per l’assetto unico delle tradizionali dimore dei pescatori con gli “astici a panza”, incastonate e fuse nel paesaggio verticale patrimonio Unesco.

Il Distretto Turistico Costa d’Amalfi, di fronte allo sfregio, interviene ad opera del suo presidente Andrea Ferraioli:

È difficile essere indifferenti a tanta indifferenza. Per questo motivo, dopo giorni nei quali non abbiamo visto nessuna reazione rispetto all’apparizione di quel murale, che salta agli occhi anche quando si transita lungo la Statale Amalfitana, c’è il nostro intervento. Come Distretto Turistico Costa d’Amalfi auspichiamo che si intervenga per identificare gli autori del gesto e che ci siano azioni mirate a recuperare il decoro del fiordo di Furore. Non solo della parete sfregiata, ma dell’intera area, che è uno dei punti di attrazione principali della Costiera amalfitana e come tale va curato”.

A questo punto sono in tanti a chiedersi se al Fiordo esista o meno un adeguato sistema di videosorveglianza, ovvero quegli “occhi elettronici” a garanzia di controllo e sicurezza per residenti e turisti, e che costituiscono un utile deterrente in chiave di antidegrado urbano, assicurando anche uno strumento per le Forze dell’ordine, per la prevenzione e il contrasto di tutti i fenomeni criminali.

Ad ogni buon conto, il codice penale stabilisce che chi imbratta beni immobili o mezzi di trasporto pubblici o privati, rischia la reclusione da uno a sei mesi o la multa da 300 a 1.000 euro. Se però si tratta di cose di interesse storico o artistico, un monumento o un palazzo antico di particolare pregio, si applica la reclusione da tre mesi a un anno e la multa da 1.000 a 3.000 euro.

Quando il reato è commesso ai danni di edifici pubblici o privati ed un poliziotto vede l’autore che lo sta facendo – al di là del valore artistico che può avere – può procedere alla denuncia e a tutte le conseguenti attività che implicano il procedimento penale anche senza consultare il proprietario, ed anche se quest’ultimo intende “perdonare” il colpevole, il reato scatta ugualmente e, con esso, anche le sanzioni.

In caso di recidiva, la multa può arrivare a 10mila euro e la reclusione fino a 2 anni, resta la fedina penale sporca e l’obbligo di risarcire il danno.

Per un recente decreto legge di modifica al codice penale, è prevista una punizione più severa per chi scrive sui muri e imbratta immobili pubblici o privati: si può imporre all’autore di ripulire i luoghi oggetto di vandalismo ed imbrattamento, e se ciò è impossibile, lo si condanna a sostenere le relative spese o a rimborsare quelle sostenute, in alternativa a svolgere attività gratuita a favore della collettività.