Aggressione all’infermiera Anna Procida: piena solidarietà dalla Consulta femminile che chiede lo status di “Pubblico ufficiale” per gli oo.ss.
Ilaria Perrelli, presidente della Consulta regionale per la condizione della donna chiede lo status di pubblico ufficiale per tutti gli operatori sanitari ed esprime piena e forte solidarietà ad Anna Procida dopo l’aggressione da lei subita mercoledì sera mentre svolgeva il suo servizio nel pronto soccorso dell’ospedale San Leonardo di Castellammare di Stabia. Di seguito la sua dichiarazione come riportata da il “Corrierino”.
“Voglio esprimere a nome della Consulta regionale per la condizione della donna piena e forte solidarietà e vicinanza ad Anna Procida, l’infermiera del pronto soccorso di Castellammare aggredita e picchiata mentre svolgeva il proprio lavoro. Ciò che è accaduto è gravissimo. È l’ennesimo atto di violenza nei confronti di chi si prende cura di noi e che non può passare sotto silenzio. Richiede, senza dubbio, come stanno chiedendo molti in queste ore, un presidio di polizia permanente ed efficace all’interno dell’ospedale e del pronto soccorso, e non solo al San Leonardo. Ma non basta, occorre un’assunzione di responsabilità e un’azione legislativa ancora più incisiva. La legge 113/2020 riguardante le Disposizioni in materia di sicurezza per gli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie nell’esercizio delle loro funzioni ha rappresentato un cambio di rotta importante perché per la prima volta ha cercato di affrontare questo problema, ma non prevede impegni specifici a carico delle Aziende sanitarie e le esclude da qualsiasi azione positiva e responsabilità nella tutela del dipendente. In particolare – sottolinea Perrelli – occorre il riconoscimento di pubblico ufficiale per tutti gli operatori sanitari. Faccio appello per questo ai parlamentari eletti in Campania – continua la Presidente – affinché si adoperino per migliorare ed emendare la legge 113 e formalizzare in un atto legislativo il riconoscimento di pubblico ufficiale per gli operatori sanitari, come già esiste per altre professioni, anche quando la prognosi dell’aggredito è inferiore ai 25 giorni. Introdurre questa norma avrebbe un impatto sia sui cittadini, a cui arriverebbe il messaggio chiaro, inequivocabile, del rispetto che bisogna avere per gli operatori sanitari e del riconoscimento del valore sociale del ruolo che essi svolgono, sia per gli operatori che si vedrebbero pienamente riconosciuta dallo Stato la propria funzione costituzionale, ovvero quella della tutela della salute espressa dall’Art. 32 della Costituzione”.