Ambiente e Territorio: camminate nel cuore della natura
La passione per suggestivi itinerari naturalistici ha spinto Rosario Villani ad inviarci una testimonianza dell’attività associativa di un gruppo di amici alla riscoperta di luoghi unici della nostra terra, la Campania Felix. “E’ il 1° Dicembre ed è di buon’ora, egli introduce, che ha inizio una delle tante iniziative del vulcanico Presidente di un’associazione di camminatori della Penisola sorrentina: il periplo, in 3 giorni e a piedi, dell’intero tratto costiero del Golfo di Napoli, partendo da Capo Miseno, grosso modo a Nord, fino a Punta Campanella, diciamo a Sud. Siamo in dieci. Ed è proprio dal Faro, dopo aver assistito al sorgere dell’alba, che partiamo. Dal sentiero che passa per il crinale scendiamo alla spiaggia di Miseno, ove tutt’oggi persistono quei privilegi anacronistici e feudali costituiti dal Lido della Marina, dell’Esercito, ecc. ecc. (mi son sempre chiesto perché al loro posto non il lido degli infermieri, degli insegnanti, dei lavoratori edili, ecc. ecc. ???”). Passiamo davanti a Case Vecchie, base della più potente flotta dell’impero romano, detta Classis Miseniensis. Questo porto, recentemente liberato da obbrobri abusivi, è stato restituito al godimento della cittadinanza, grazie all’opera incessante dell’ottimo Sindaco di Bacoli, Josi Gerardo Della Ragione, che tantissimi cittadini, non solo Campani, vorrebbero alla guida del proprio comune. E tra questi, ci sono pure io. Colazione al primo bar trovato aperto, con foto di rito davanti al bel murales della Sibilla Cumana di Jorit, nelle vicinanze della Piscina Mirabilis, e via. Saliamo al Castello, e poi giù al porto di Baia con la città sommersa, il lago Lucrino, e quindi il lago d’Averno, secondo il racconto di Virgilio nell’Eneide, porta di accesso agli inferi, e secondo altri ancora la Selva oscura di cui parla Dante nell’Inferno. Siamo immersi in 2000 e più anni di storia. Via per Arco Felice, il Tempio di Serapide con ben visibili i segni del bradisismo, la bella piazza di Pozzuoli, il Rione Terra, e poi lungo l’assolata via Napoli, dove un gruppo di persone già sta godendo della bella giornata in riva al mare. La Pietra, e siamo nel territorio di Napoli. È quasi l’una, e l’appetito si fa sentire. Io propongo, e il gruppo accetta, una sosta in una trattoria da cui manco da vari anni. Nei miei ricordi un posto con pochi fronzoli, zero buffonate gourmet, ma in compenso tanta sostanza. C’è ancora, per fortuna, ed è come allora. La sala è gremita, tutto un vociare di un ordinario e pacifico caos napoletano. Ci si serve direttamente al banco e, per praticità ci dividiamo in 2 tavoli. I camerieri provvedono per lo più solo alle bevande. Non noto palmari o aggeggi simili per tenere traccia delle ordinazioni ma solo qualche foglio di taccuino. Consumato il pasto, a detta di tutti ottimo, ci avviamo fuori per non essere di intralcio e per fare spazio ad altri avventori. Affidiamo l’incombenza del pagamento alla nostra efficientissima segretaria Maria. Alla signora alla cassa, ove passando non mi sembra di notare alcun monitor o altro, Maria dice: “Signora, dobbiamo pagare.” E la signora, con penna in mano e taccuino davanti: “va bene, allora ditemi cosa avete preso, ma (rimarcando poi) ma……M’ARRACUMANN, RICITM A VERITA’.” GENIALE …. SEMPLICEMENTE MERAVIGLIOSO……UNA RIVOLUZIONE! Alla faccia di tutti i pc, tablet, computer, monitor, work station, palmari, 3g, 4g, 5g, bluetooth, Huawei, Apple, Ibm, Samsung, wi-fi, hard disk, sim card, chip e microchip ecc. ecc. “Ricitm a verità”, e addizionando le voci a mente, ci prepara il conto. Ditemi la verità, e il conto è servito. E allora…… Stiv Giobbs, senza offesa, a Napoli nun c’ sierv. Stiv Giobbs, senza offesa, a Napoli …. nun si nisciun.” Rosario Villani ha così raccontato non solo l’inizio di una passeggiata nella natura e nella bellezza, nella storia e nel mito ma si è anche tuffato nell’immensa umanità napoletana. Questa, pur senza rinnegare la tecnologia, riesce a regalarci una pausa al suo galoppante procedere e a farci riscoprire il sapore perduto del calore di una comunità capace sempre di stupirci e di emozionarci.