“Assegno di inclusione: una miseria rispetto al reddito di cittadinanza” è l’opinione di chi ne ha fatto richiesta
Sono giorni frenetici e carichi di lavori per i CAF, dove le lunghe file per l’avvio delle domande per accedere all’assegno d’inclusione. Si tratta di una misura di sostegno per le fasce più deboli messa in atto dal governo Meloni per sostituire il reddito di cittadinanza.
Purtroppo, intervistati i richiedenti, si arriva ad una conclusione comune: il sostegno economico è diminuito sensibilmente e i parametri d’accesso sono molto più strette rispetto al reddito di cittadinanza.
A ciò si aggiungono problemi di comunicazione tra i Caf e i centri dei servizi sociali comunali che devono per legge entro 120 giorni svolgere una verifica sui soggetti richiedenti, altrimenti la procedura resta ferma.
L’opinione pubblica concorda nell’affermare che l’assegno d’inclusione è un’elemosina rispetto al reddito, ed esporrà le fasce più deboli al rischio del lavoro in nero e della delinquenza.