Certamente di acqua sotto i ponti ne è passata da quando i fratelli Auguste e Luois Lumiere hanno per la prima volta, alla fine del XIX secolo, proiettato delle rudimentali immagini che ritraevano scene di vita quotidiana o, addirittura, semplici sequenze di cui oggi non coglieremmo la benché minima novità. Eppure, anche se nessuno avrebbe scommesso su di loro un soldo bucato, loro sono stati i padri fondatori di quel cinema che noi oggi tanto amiamo, tanto ambito da attori e registi ma soprattutto che, nell’arco di questi due secoli, è divenuto una vera e propria industria cinematografica.
Sicuramente i fatturati nel tempo e con l’avvento della tecnologia digitale sono divenuti sempre più da capogiro, ma ciò che sconcerta è il fenomeno culturale che ha rivoluzionato e trasformato un’epoca. Quel che pareva una semplice proiezione di sequenze su una pellicola ha, di fatto, cambiato usi e costumi di una società che sempre più era in movimento verso la scoperta di un nuovo mezzo di comunicazione fino ad allora sconosciuto. Il cinema, infatti, nasce con lo scopo di divulgare e comunicare fatti, eventi, sentimenti attraverso gesti, musiche e storie che accomunano e inducono lo spettatore a riflettere o anche semplicemente a ridere e svagarsi. Dunque il cinema del primo novecento cambiava le vite degli spettatori facendoli immedesimare nelle storie di personaggi epici, ma induceva anche ad uscire fuori dalle proprie case, ad incontrare persone e a confrontarsi su tanti temi. Ecco che la rivoluzione di costume si fonda anche in quella che poi è stata la seconda grande rivoluzione, quella della “Bella Epoca” e che ci ha vorticosamente proiettato in un turbine di mondi sconfinati e che hanno arricchito le vite di ognuno di noi facendoci immedesimare nei panni di tanti personaggi.
Chi vede il cinema solo come un passatempo ha bisogno di riflettere sullo spessore che se ne trae dal recarsi in una sala cinematografica. L’odore di dolciumi e pop corn ci immerge già nell’atmosfera magica che ci prepara ad accogliere la storia.