Demolizione Terme di Stabia: i commissari, “vogliamo conservare le opere architettoniche che furono delle Terme di Stabia”
C’è poco da esultare. Il fallimento della S.i.n.t. Spa è stata una catastrofe per la città. A Castellammare di Stabia sono rimaste le briciole di un complesso di beni che negli anni ’80 erano il vanto della città. Delle Terme di Stabia e delle sue 28 sorgenti ne parlavano in tutto il mondo. A pensare che ora c’è anche chi esulta perché di quell’immenso patrimonio alla città di Castellammare rimarranno solo Villa Ersilia, il Parco Idropinico e il Centro Congressi. Tutto il resto è diventato di proprietà della regione Campania che sulle macerie delle Terme di Stabia vuole realizzare un polo ospedaliero. A tale proposito in città si discute molto di cosa sarà dei fabbricati dell’ormai scomparso stabilimento termale. Verranno demoliti oppure saranno riconvertiti in strutture sanitarie e uffici del nuovo ospedale?
A tale proposito la commissione straordinaria al comune da febbraio 2022 per lo scioglimento del consiglio comunale per presunte infiltrazioni camorristiche, sembra avere le idee chiare e fa sapere che l’eventuale demolizione della struttura delle Nuove Terme è oggetto di confronto tra la Regione Campania e la Soprintendenza, così come venuto fuori durante la Conferenza dei Servizi convocata il 16 gennaio scorso a Palazzo Santa Lucia. Convocazione voluta da palazzo Farnese con l’intento di giungere ad un accordo di programma finalizzato alla realizzazione del nuovo ospedale. All’ordine del giorno della stessa conferenza dei servizi c’era anche la possibilità di conservare le opere architettoniche che furono delle Terme di Stabia ora in rovina. “La visione strategica a cui si fa riferimento nell’articolo – fa sapere la commissione straordinaria del comune – è chiaramente sottesa nell’attività portata avanti per mantenere a patrimonio comunale Villa Ersilia e soprattutto il Complesso del Parco Idropinico. E ’evidente che una “auspicabile” attenta politica di rilancio del territorio non potrà non tener conto della possibilità di integrare le funzioni del nuovo ospedale da una parte e del Parco Idropinico dall’altra”.