“Enea”, film sulla borghesia italiana: “grande ignoranza” sul cibo
Nel film di Pietro Castellitto, Enea, ci sono decine le scene di cibo in cui si ostentano vino, pranzi in ristoranti di lusso. In realtà nelle scene si dimostra che la borghesia non ne capisce nulla di enogastronomia.
Uscito nelle salel’11 gennaio, Enea racconta le vicissitudini della vita di un trentenne, figlio della borghesia romana, dedito a spaccio di droga, soldi, feste e divertimento, mentre i genitopri guardano passivamente la vita del figlio, non essendo nati nella borghesia.
Da sempre la borghesia è al centro di numerose opere letterarie e cinematografiche. Qui sorprende la presenza di numerose scene in cui il protagonista è il cibo, inteso come lusso che permette il salto di qualità dei borghesi arricchiti.
Quindi il lusso del cibo: questo bere e mangiare visti come accessori sontuosi da mostrare per brillare ancora di più.
Il cibo compare ovunque: quando non è un primo piano di carpaccio di spigola, è uno zoom stretto su calici di vino. Il vino non manca mai perché i calici ci devono essere. Si passa da quelli in cristallo, alle flûte o alle coppe di champagne, sino ai classici, a volte impugnati anche nel modo giusto, a volte no, perché la regola base nell’immaginario comune la sanno tutti: il calice s’impugna dallo stelo.
“Vini senza solfiti”, “desidera anche lei il percorso dello chef?” ) “piccione”: come se mangiarlo, fosse da intenditori. e poi i conti da pagare: si sfoderano 300 euro a cranio: si fa per apparenza. nel film si spiega anche il divario tra la borghesia e il popolo. Una delle scene emblematiche è la lettera che un giovane paziente di Celeste, padre di Enea che è psicoterapeuta, gli invia via mail. Quello che il ragazzo descrive è la sua passione per la granita al caffè e il desiderio di diventare grande, andare in America e vendere granite agli americani. Qui il senso del cibo cambia rotta, si oppone, non è accessorio ma strumento essenziale per vivere e motivo a cui aggrapparsi per resistere. Come se il tema gastronomico avesse un valore diverso, se non diametralmente opposto, in base alla categoria sociale di appartenenza.
Altra scena significativa è quella del fast food dove Enea e la fidanzata, dopo una notte passata fra droga, alcol e perversione, finiscono a fare colazione, con il fratello minore di Enea, a colpi di polletti, patatine fritte e Coca- Cola.
E’ come se volessero dire: “Noi vorremmo essere questo, ma abbiamo dovuto essere altro”.