Gianluigi Aponte nei ricordi dei compagni del Nautico di Piano di Sorrento “Aveva un carisma eccezionale, affascinava anche i professori” BIOGRAFIA

19 gennaio 2024 | 13:40
Gianluigi Aponte nei ricordi dei compagni del Nautico di Piano di Sorrento “Aveva un carisma eccezionale, affascinava anche i professori” BIOGRAFIA

Gianluigi Aponte nei ricordi dei compagni del Nautico di Piano di Sorrento “Aveva un carisma eccezionale, affascinava anche i professori”. Aponte non è solo il titolare della MSC , ma è probabilmente il più grande imprenditore che sia mai uscito dalla Penisola Sorrentina e Positanonews, da quasi ventanni il punto di riferimento della Costiera amalfitana e Penisola sorrentina, primo quotidiano a nascere online e pubblicare giornalmente nell’area infraprovinciale di Salerno e Napoli in Campania, non può non prestargli grande attenzione, anzi ci piacerebbe sicuramente facesse parte della nostra struttura o una collaborazione continuativa per seguirne le evoluzioni. Abbiamo sentito alcuni compagni dell’istituto Nautico N. Bixio a Piano di Sorrento e ne hanno parlato ammirati “Aveva un carisma straordinario, una personalità e una capacità di affascinare tutti, anche i professori, stile, personalità, dialettica, non sappiamo davvero come faceva.. e questo anche con le ragazze, si distingueva davvero molto”. E’ vero che Aponte non ha sede fissa qui, ma ha grande stima dei marittimi e dipendenti sorrentini, oltre a motivi affettivi, crede nella Terra delle Sirene, qui ha acquistato vari palazzi per gli uffici, ultimamente la Clinica San Michele in Via Carlo Amalfi, ha creato un centro a Sant’Agnello, a Sorrento sponsorizza la Fondazione Sorrento che gestisce Villa Fiorentino e sembra che abbia intenzione di continuare per amore del territorio, è vero, ma anche perchè qui ha dei riscontri sulle risorse umane che sono probabilmente fra le migliori d’Italia e forse d’Europa nel campo, oltre a essere affidabili e onesti, cosa non trascurabile.

Abbiamo cercato qualche biografia ma sono molto datate,  una di quasi venti anni fa, però fanno capire che la sua vita non è stata facile, forse anche per questo aveva forgiato una forte personalità e tempra.

Il comandante che da Ginevra guida la seconda flotta del mondo Da una vecchia barca alla conquista della Maersk-Sealand   su Repubblica di Goffredo Locatelli 2 /11/ 2006

GINEVRA – Fino agli anni Settanta Achille Lauro ha avuto il suo ufficio nel palazzo della flotta, proprio di fronte al porto di Napoli, da dove guardava le sue navi che attraccavano e ripartivano. Anche il greco Aristotile Onassis aveva, al Pireo, il quartier generale sul mare. E così tutti i grandi armatori. Tutti, tranne Gianluigi Aponte, che a Napoli non ha mai voluto viverci e mettere radici. Un paio di anni fa autorevoli personaggi fecero pressioni perché comprasse il Calcio Napoli: disse di no per un solo motivo, il timore di finire ogni giorno sui giornali.
Ancor oggi ci si chiede perché il riservatissimo proprietario della Mediterranean Shipping Company, nato e cresciuto a Piano di Sorrento, abbia la testa e il cuore al di là delle Alpi, a Ginevra, dove anziché il mare, ammira il freddo lago di Lemano. Ha detto che non si sposterà mai da Ginevra perché «la Svizzera è un paese molto efficiente e vi si trovano le banche internazionali che ci hanno molto aiutato nello sviluppo della nostra società». Sarà anche un paradiso, la Svizzera, ma le origini non si possono rinnegare. Infatti Aponte, a mo´ di amarcord, ha acquistato due grandi ville a Piano di Sorrento, dove ha collocato uffici e servizi tecnici per il traffico merci della Msc. Il suo modello di riferimento è quel concittadino illustre diplomatosi nello stesso istituto nautico di Piano mezzo secolo prima. «E´ stato Achille Lauro il mio mito di gioventù – ha ammesso Aponte – la sua flotta poteva salvarsi…». Le vicende del conterraneo – che dovette subire, a 90 anni, impotente, la vendita all´asta persino del suo frac e del bastone – sono servite ad Aponte per scansare un rischio mortale: quello di rimanere a Napoli, una città che inghiotte e uccide i suoi figli come un´idra di Lerna. Ma a differenza di Napoli, la civilissima Ginevra è un punto d´incontro del mondo, con la sua tradizione umanitaria, le sue organizzazioni internazionali e le sue residenze principesche quasi nascoste da antichissimi querceti. La città cosmopolita protegge la privacy della famiglia Aponte meglio di qualunque altra. «Qui, siamo nessuno», confessa Diego, il figlio di Gianluigi. La sede della Mediterranean Shipping Company si trova in un´elegante arteria che s´affaccia in un´ansa del Rodano: avenue Eugene Pittard 40. Vi lavorano 350 dipendenti che adorano Aponte come fosse un santo, molti trasferitisi qui con le famiglie dalla penisola sorrentina. Lo adorano per quel sanguigno attaccamento alla sua terra d´origine che lo ha portato ad assumere quasi un terzo dei dipendenti proprio nei luoghi della sua infanzia: Meta, Piano, Sant´Agnello, Sorrento. L´ufficio di Aponte è enorme, luminoso, ordinatissimo: c´è un tavolo tondo di travertino, una moderna scrivania senza carte né computer e, alle pareti, una “boiserie” in legno chiaro. Da questo palazzetto dirige la seconda flotta del mondo, che ha 280 navi portacontainer più 8 da crociera, 30mila dipendenti e un volume d´affari valutato in otto miliardi di euro.
A giugno Aponte, con al braccio Sofia Loren, ha presentato a Venezia il suo ultimo gioiello uscito dai Chantiers de l´Atlantique di Saint Nazaire (Francia): Msc Musica, un gigante lungo quasi trecento metri. Il gemello, Msc Orchestra, sarà pronto ad aprile. Entro i prossimi due anni le navi da crociera arriveranno a 11: l´armatore sta aspettando la sua ammiraglia, che conta di mettere in linea nella primavera del 2008, una big-ship di 150mila tonnellate per oltre 3.000 crocieristi. Su questi ambiziosi piani di crescita, Aponte ha investito alcuni miliardi di dollari. Ma i nuovi ordinativi trovano corrispondenza nell´attuale mercato, dove la domanda continua a salire e il settore crocieristico, probabilmente, è diventato più remunerativo di quello portacontainer. Proprio mentre c´è un vero e proprio boom con più di mezzo milione di persone a bordo della flotta Msc. Aponte ha fatto dell´”italian style” il marchio della sua compagnia, perché ritiene che il cliente europeo, nei suoi viaggi, cerchi anche cultura e non soltanto sole.
Ma come ha scalato le più alte montagne del successo imprenditoriale questo personaggio schivo e silenzioso? Orfano di padre a cinque anni, Gianluigi Aponte comincia a sgomitare nel 1969, subito dopo il matrimonio con Raffaela, la moglie svizzera. Si trasferisce da Sorrento a Ginevra. In quell´anno trova un impiego presso l´Agenzia Bernie Cornfield (IOS) come consulente finanziario. Vendere fondi però non lo appassiona: si sente come un pesce sull´asciutto. Le origini sorrentine (da molte generazioni gli Aponte hanno la marineria nel sangue) e il diploma dell´istituto nautico lo spingono a guardare verso il mare. Con l´aiuto di un suo amico compra una piccola imbarcazione tedesca di seconda mano, la Patricia, e la mette a navigare tra l´Italia e la Somalia. Il padre di Aponte, Aniello, aveva lavorato ed era morto laggiù, prima della guerra, facendo il commercio di frutta e gestendo la Croce del Sud, un albergo di sua proprietà. La prima società con la quale comincia ad operare si chiama Aponte Shipping Company, con sede a Monrovia, Broadway 31, Liberia.
Dopo la Patricia compra una seconda nave, che prende il nome di Rafaela, sua moglie. Per il finanziamento delle prime due unità si fa aiutare da diverse persone che credono nel suo progetto. Nel 1972 è la volta della Pazifik, una nave di 6.600 tonnellate di proprietà della Globus Reederei, compagnia tedesca in liquidazione. Gli affari migliorarono quando una banca americana, The First National Bank of Chicago, nel 1973 finanzia l´acquisto di un altro mercantile, che sarà chiamato Alexa, il nome della figlia di Aponte. Ma ormai il giovane capitano di lungo corso ha chiaro nella mente il da farsi: rilevare vecchie navi a prezzo stracciato e dedicarsi completamente al trasporto di containers. I risultati gli daranno ragione.
Nel 1987 Aponte diversifica gli affari entrando nell´industria delle crociere con l´acquisto della napoletana Starlauro. Più tardi compra tre navi da crociera: la vecchia Monterey nel 1991, la Cunard Princess nel 1955, (che diventa la Rapsody) e, nel 1997 la Starship Majesty (ribattezzata Melody). Sul mercato però ci sono poche buone occasioni di navi da crociera usate, mentre la Msc ha un gran bisogno di allargare la flotta per competere ad armi pari. Così Aponte decide di investire tutto ciò che può, e per battere la concorrenza ordina nuove navi. Alla fine del 2000, Msc firma un contratto con i Cantieri francesi dell´Atlantico per due navi da 1.560 passeggeri. Prezzo del contratto: 280 milioni di euro ciascuna. Con una cerimonia ad alto effetto, Sofia Loren battezza poi la nuova Lirica nel porto di Napoli il 12 aprile 2003. Lirica e l´anno successivo Opera, annunziano l´inizio di una nuova fase di espansione per la linea crocieristica. Viene coniato lo slogan: «Siamo una vera azienda italiana, con un vero stile italiano». Oggi in 215 porti di tutti i continenti e su 175 rotte le navi di Aponte trasportano più di tre milioni di container. Msc è rappresentata in 350 punti del globo.
«Le terre emerse coprono un terzo del pianeta, noi copriamo il resto», dice il suo messaggio pubblicitario. Senza troppi clamori, e in poco più di 30 anni, il capitano sorrentino è diventato uno dei più grandi armatori del mondo. Un risultato realizzato senza capitali di rischio, senza soci di minoranza, e senza joint venture con altre compagnie. Da buon napoletano, Aponte, ha messo navi e capitali nel posto più sicuro: il portafoglio di famiglia. Infatti la Msc, pur essendo un colosso, rimane un´azienda familiare. I punti chiave sono: il marito della figlia, Pier Francesco Vago, amministratore delegato della Msc Crociere, il figlio Diego, che si occupa del settore container e la primogenita Alexa. «Credo nelle aziende familiari e con moglie e figli sono stato fortunato», ha confessato Aponte. Alexa e Diego sono cresciuti nel benessere, ma con la testa a posto. «Se non avessero dimostrato voglia, passione ed entusiasmo, avrei già preso la decisione di vendere l´azienda ai manager». Cresciuti nell´antico culto dell´unità familiare, i due ragazzi stanno seguendo il profilo basso del padre. Niente fotografie dei giovani vicepresidenti, e i loro nomi non compaiono mai nei comunicati stampa. Eppure sono in cima ai complicati funzionamenti del vasto impero Msc. Diego, laureato in Economia dei trasporti a Londra, lavora fianco a fianco con suo padre. E Alexa, insieme col marito, dirige il ramo crociere, istituito nel 1987. All´inizio il padre non era un gran tifoso dell´industria crocieristica, considerata forse un po´ frivola, ma muoversi intorno al globo è diventato oggi un grande business.
Classe 1940, Gianluigi Aponte, Gigi per gli amici, da vicino non dimostra sessant´anni. Parla quattro lingue, ha un taglio gentile ed è cortesissimo nei modi. Ascolta senza battere ciglio traspirando una grande padronanza di sé. Taciturno fino all´estremo, le sue risposte sono misurate col bilancino del farmacista. Eppure ha il polso dell´economia mondiale. E´ uno che vede lontano. Ma qual è il suo segreto? «Sono prigioniero di ciò che ho creato», ha confessato raccontando la parte di sé che non si vede mai. Il suo prossimo traguardo? Diventare il numero uno al mondo. Lui non lo dice. Ma farà di tutto per scalzare dal vertice il colosso danese Maersk-Sealand, che ha 150 anni di storia. Dall´iniziale attenzione ai traffici nord-sud, la Msc è emersa quale vero e proprio soggetto globale. E Aponte, il sorrentino rintanato tra il Giura e le Alpi svizzere, sta facendo impallidire il mito del comandante Lauro.

Gialuigi Aponte di  Eugenio Caruso  su Impresa Oggi 1 maggio 2017

Sant’Agnello (Na), 27 giugno 1940
A 20 anni Aponte, in una fiammante divisa bianca con i bottoni dorati, governava i vaporetti nel golfo di Napoli, oggi da Ginevra dove ha il suo quartier generale, guida uno dei più grandi gruppi armatoriali del mondo, che ha fatto impallidire il mito del vecchio comandante Achille Lauro, suo conterraneo. Giornali in tutte le lingue gli hanno dedicato titoli e spazio e continuano a oggi, suoi simili a livello imprenditoriale ne studiano mosse e strategie e i ventitré mila dipendenti della Mediterranean Shipping Company, lo adorano come un eroe. Lo adorano anche per quel sanguigno attaccamento alla sua terra d’origine che lo ha portato ad assumere quasi la metà dei dipendenti, prelevandoli proprio dai luoghi della sua infanzia, infatti a Ginevra vive oggi, una nutrita comunità di sorrentini che lavora per lui.
La sua storia comincia nel lontano 1940 a Sorrento, ed è una di quelle storie da manuale per gli studenti delle Facoltà di Economia, quando da ragazzo che nasce e si ritrova a vivere sulla costiera più bella del mondo, dove da secoli ha una sola via d’uscita: diventare marinaio. Da molte generazioni gli Aponte hanno la marineria nel sangue, in paese se li ricordano dall’inizio del secolo scorso come padroncini di piccole imbarcazioni che trasportavano uomini e merci tra Napoli Calata Porto, Massa e Sorrento.
Per migliorare la propria condizione, i genitori di Gianluigi si trasferiscono prima della guerra nella Somalia italiana, dove gestiscono un Hotel chiamato “Croce del Sud”. Nel 1945 a 35 anni, purtroppo giovanissimo, muore il padre a Mogadiscio, quando Gianluigi, figlio unico, ha appena cinque anni. Questo segnò la vita dell’Armatore e fu la causa del ritorno, insieme alla madre Gina Gatti, a Sorrento. Cresciuto orfano del padre, Gianluigi dovette dunque imparare presto a contare soltanto su se stesso, con l’aiuto dello zio Giovanni, che gli trasferì la passione per il mare. Così come tanti suoi compagni, per dare sfogo alla sua vocazione, si iscrive all’Istituto nautico Nino Bixio di Piano di Sorrento, dove conseguirà il diploma con ottimi voti, distinguendosi sopratutto nelle materie tecniche. Nota di rilievo è che il suo affetto per quell’istituto è rimasto immutato nel tempo e a ogni richiesta d’aiuto da parte del Nino Bixio non si è mai tirato indietro. Infatti nella sala radar, tutt’oggi, si può trovare il primo dono che egli fece negli anni ’90, ancora utilizzato da chi frequenta il Bixio. Altre donazioni alla scuola si son susseguite nel corso degli anni e l’Istituto, in segno di riconoscenza, gli ha conseguito una medaglia d’oro.
Ed è così che poco più che ventenne, comincia la sua carriera sui vaporetti che solcano le acque del golfo di Napoli. Negli anni ’60 un uomo di ferro spadroneggia nel traffico navale, è Achille Lauro, la cui flotta solca tutti i mari del globo, è proprio su una di queste imbarcazioni che comincia a lavorare Gianluigi. Fa la gavetta nella Flotta Lauro, dove a poco a poco attraversa tutti i gradi della carriera, da allievo ufficiale a ufficiale di navigazione oceanica, fino al conseguimento della patente nautica di capitano di lungo corso, un lavoro duro il suo, che però lo irrobustisce nel carattere e nell’esperienza marinara. Ma nessuno, neppure lui stesso, poteva immaginare che un giorno avrebbe comprato le navi da crociera del vecchio Comandante.
Il segreto del suo successo lo troviamo nella sua perseveranza e tenacia, ben accoppiata dalle capacità della moglie svizzera Rafaela. Questo mix ha segnato il suo destino! Se per diventare un bravo marinaio, Aponte ha potuto contare sulle proprie forze, non si può negare che per altri obiettivi si è fatto aiutare non solo dal destino ma anche dall’amore.
L’Aponte giovanissimo viene descritto come un tipo particolarmente simpatico e attraente ed è grazie a queste doti che di lui si accorge Rafaela Diamant, svizzera, di origini israeliane, figlia di un ricco dirigente di banca. La bella ragazza è con sua madre Patrizia in vacanza a Piano di Sorrento, quando conosce l’elegante capitano e se ne innamora. Una storia, racconteranno, da fiction televisiva, stile Love Boat. A quel tempo, non esistendo il turismo di massa, il Golfo di Napoli era ancora la meta preferita dai facoltosi in cerca di emozioni. Quando lui, che non è mai stato un Don Giovanni, vuole seguire Rafaela per non perderla, comunica alla madre l’intenzione di sposarsi e trasferirsi, lei, per tutta risposta, gli pone la domanda: che diavolo può farci in Svizzera un uomo di mare sorrentino?
E fu così che dopo essersi sposato con Rafaela, nel 1969 Aponte entra per amore, e non certo per convinzione, nella ginevrina “Agenzia Bernie Cornfield”, dove prova a commercializzare con i Fondi. Questa parentesi della sua vita si concluderà senza infamia e senza lode, tanto che in seguito confessa di essersi sentito come un pesce sull’asciutto, “pensavo sempre al mare di Napoli”, il mare è un sogno, lui voleva diventare armatore, come il suo mito Achille Lauro.
Aponte è nato a mare, un mare che per la sua famiglia è stato motivo di vita. La sua famiglia lavora a contatto con il mare da trecento anni, dalla marineria pura, facendo la spola da Sorrento a Napoli con le loro imbarcazioni fin da quando ancora la via della costiera era quasi impraticabile. Il DNA di Aponte non mentiva, il mare era insito in lui. Quindi la non soddisfazione per quel lavoro lo induce a fare altre esperienze e solo dopo poco tempo abbandonò dalla sera alla mattina il lavoro in banca, prevalse prepotente la volontà dell’uomo di mare, che coltivava il desiderio nel cuore di seguire l’esempio dei suoi antenati e di Achille Lauro.
Così da Ginevra si trasferì prima a Londra e poi a Bruxelles, dove provò a occuparsi anche come broker di carichi marittimi. E fu proprio li che strinse rapporti di lavoro con alcuni soci stranieri, per imboccare la strada dell’armatore nel settore delle navi container. Era il 1969, ma sognava sempre di possedere una nave tutta sua e il sogno di li a poco si avvererà.
Infatti nel 1970 il suo sogno ha inizio e Aponte finalmente riesce a comprare la sua prima nave. Si tratta di una vecchio cargo tedesco, la Patricia, una nave alla quale ancora oggi è particolarmente legato, perché è quella con cui è iniziata la sua fortuna, l’ouverture che gli diede la possibilità di fondare la sua prima impresa, la Aponte Shipping Company. Nel 1971 Patricia viene affiancata da un’altra unità, acqusitata dalla Globus-Reederei: la Rafaela, il nome della moglie. Con queste imbarcazioni iniziò un servizio di linea verso la Somalia, grazie a commesse merci favorite da vecchi amici di famiglia, ancora risidenti in quella zona del Corno d’Africa. Siamo dunque agli albori di quella che sarà la compagnia MSC e Aponte intuì la strada giusta da seguire. Il progetto che sviluppò prevedeva rilevare vecchie navi a prezzo stracciato e dedicarsi completamente al trasporto containers. Visto i risultati ottenuti fino ad oggi, Aponte è stato davvero lungimirante, infatti la sua impresa è cresciuta fino a diventare un leader mondiale nel trasporto container, che opera con oltre 465 navi.
Da quel momento il suo iter imprenditoriale è stato un crescendo di successi, fino ad arrivare agli anni ’80, dove avvenne una svolta ancora più decisiva. Aponte riconverte tutta la flotta in navi solo container, perché capì che la strategia finanziaria con le navi comprate nel mercato dell’usato funzionava e che quella parte dello shipping poteva avere molte più possibilità di ascesa economica. Ma più di ogni altra cosa, ebbe chiaro anche, che doveva puntare sulla professionalità delle risorse umane per far sì che gli ingranaggi dell’impresa funzionassero bene.
Ebbe una geniale riflessione e una decisione vincente, assumendo nella MSC i marittimi della penisola sorrentina o comunque appartenenti all’Italia. La selezione dei suoi futuri lavoratori a bordo delle porta container, fu affidata a un ufficio tecnico con sede appunto in Costiera, la stessa strategia che usò per dipendenti e collaboratori della sede principale di Ginevra.
L’originale motivazione che diede sulla zona ristretta della ricerca dei suoi marittimi da inserire nella MSC, fu ben precisa e con fondamento non solo campanilista, la spiegò con queste testuali parole: ”metti da un lato la fantasia, la furbizia e la vivacità italiana e dall’altro l’organizzazione svizzera, ne uscirà una miscela di esplosiva efficienza.”
Nel 1987 Aponte decide di potenziare ulteriormente il campo degli affari e in punta di piedi si affaccia nel settore passeggeri, nell’industria delle crociere, ampliando così il suo impero che stava crescendo anno dopo anno. Nel 1987 dunque decide di acquistare una quota di minoranza della Starlauro per poi arrivare alla piena acquisizione nel 1991, quando conclude di rilevare le altre quote azionarie della compagnia e diviene azionista unico. La Starlauro diventa così una divisione MSC con il nome di Starlauro Crociere e inizia il percorso di Aponte nel settore. Purtroppo nel dicembre del 1994, a causa di un incendio la nave Achille Lauro naufraga a largo della Somalia, ponendo fine all’avventura della Starlauro Crociere ed aprendo le porte a un totale rinnovamento.
Nel 2003 nizia di un programma di investimenti del valore di 5,5 miliardi di euro per costituire la flotta di navi da crociera più moderna al mondo. In poco più di 10 anni come compagnia di crociere, sono state costruite 4 splendide navi della classe Lirica, seguite dalle 4 maestose navi della classe Musica e dalle 4 ammiraglie della classe Fantasia. Tutte queste navi presentano il classico mix di eleganza tradizionale e design innovativo, marchio di MSC Crociere.
In Italia MSC Crociere ha come principali porti di riferimento Genova e Napoli per il Mediterraneo Occidentale e Venezia per il Mediterraneo Orientale. Tra gli itinerari offerti da MSC Crociere, una gran parte occupa il Mediterraneo con scali nei porti europei, come di Spagna o Francia, nelle città dell’Africa Settentrionale, come di Turchia o Marocco , il Mediterraneo Orientale e Isole Greche. Molte proposte riguardano anche il Nord Europa con tappe tra i fiordi Norvegesi e le capitali Baltiche, con partenze da Amsterdam e Copenaghen. Mentre nella stagione crocieristica invernale, grande spazio occupano il Sud Africa, i Caraibi, le Antille, l’America Settentrionale, Centrale e Meridionale. Negli ultimi anni sono state proposte crociere con scali nel Mar Rosso, nell’Oceano Indiano e Emirati Arabi.
Nel MSC Crociere diventa la prima compagnia di crociere al mondo a ricevere l’ambito riconoscimento “6 Golden Pearls” per i suoi eccezionali standard di sostenibilità ambientale, salute e sicurezza. Questo riconoscimento senza precedenti è stato conferito dall’agenzia di certificazione internazionale Bureau Veritas, come premio per la conformità ottenuta dall’impresa rispetto ai tre standard internazionali più elevati in materia di protezione ambientale, salute e sicurezza, e sicurezza alimentare. L’impresa continua a impegnarsi per salvaguardare l’ambiente marino e garantire una qualità straordinaria per i propri ospiti. Tra gli altri riconoscimenti ufficiali ci sono il Green Planet Award (per l’eco-compatibilità) e il premio CIAL (per il riciclo dell’alluminio). La qualità e la sicurezza alimentare, sono state riconosciute attraverso le certificazioni ISO 9001 e ISO 22000. MSC Crociere ha collaborato con la Venice Blue Flag, accordo per la riduzione delle emissioni nella Laguna di Venezia e da allora ha firmato altri accordi simili con le Autorità portuali di Civitavecchia e Genova, che limitano le emissioni di zolfo a livelli inferiori al limite legalmente richiesto. MSC Crociere ha avviato un’importante partnership a scopo umanitario con l’UNICEF, Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia. Annunciata nel mese di luglio del 2009, la collaborazione Get on board for children è finalizzata alla realizzazione di un progetto per aiutare i bambini e gli adolescenti disagiati di 126 comunità urbane in Brasile, contribuendo a garantire loro una educazione e una scolarizzazione adeguata. Nel suo primo anno di esistenza il progetto ha raccolto 2.000.000 Euro.