Il 13 giugno 1960 segna una data cruciale, spesso ignorata o sottovalutata, che ha avuto un impatto significativo sui rapporti tra il mondo ebraico e cristiano. In quell’occasione, lo storico francese di origine ebraica, Jules Isaac, uno dei promotori dell’Amicizia Ebraico-Cristiana, ebbe un incontro storico con Papa Giovanni XXIII, contribuendo notevolmente allo sviluppo del dialogo interreligioso.
Jules Isaac, che aveva perso la moglie, la figlia e il genero ad Auschwitz, aveva fondato l’Amicizia Ebraico-Cristiana nel dopoguerra in Francia. L’associazione era nata da un convegno tenutosi nel 1947 a Seelisberg, in Svizzera, dove intellettuali cattolici, evangelici ed ebrei si erano riuniti per discutere su azioni comuni contro l’antisemitismo. Isaac aveva consegnato a Pio XII nel 1949 gli appelli delle Chiese cristiane per la comprensione dell’ebraismo e nuovi rapporti tra ebrei e cristiani.
Riuscire a ottenere un’udienza con GiovanniXXIII non fu un compito facile, ma il 13 giugno 1960, grazie anche all’intervento informale di Maria Vingiani, l’incontro si materializzò. Durante la conversazione, Isaac espose la necessità di una revisione dell’atteggiamento cristiano sull’ebraismo, chiedendo al papa di essere il promotore di una linea che evitasse ricorsi storici dopo l’Olocausto.
Giovanni XXIII accolse positivamente la richiesta di Isaac, sottolineando che aveva più di una speranza. Il papa assegnò poi la questione al cardinale Agostino Bea, uno dei suoi collaboratori più fidati. Questo incontro e le successive azioni segnarono l’inizio di un processo che culminò nella dichiarazione conciliare Nostra Aetate del Concilio Vaticano II, pubblicata nell’ottobre 1965.
Nostra Aetate, sebbene più breve dei documenti conciliari, rappresentò una svolta significativa. Inizialmente dedicata ai rapporti tra la Chiesa cattolica e l’ebraismo, durante le revisioni si arricchì di sezioni riguardanti il rapporto con altre tradizioni religiose, aprendo la strada a una nuova fase per la Chiesa.
Jules Isaac e Giovanni XXIII non vissero abbastanza per vedere la pubblicazione di Nostra Aetate, ma la loro mezz’ora di conversazione ha avuto un impatto duraturo sulla storia, contribuendo a costruire una nuova prospettiva basata sulla fraternità. Il 13 giugno 1960 rappresenta un momento cruciale spesso trascurato, ma che ha segnato una svolta storica nei rapporti interreligiosi.