Nel frattempo anche a Sorrento durante il suo breve mandato di Sindaco, Gioacchino aveva operato bene, conducendo la squadra in serie C e fondando gli “Incontri del cinema di Sorrento”, alla sua morte nell’aprile del 1970, suo padre il mitico Comandante che già negli ultimi tempi lo aveva sollevato dal peso dei tanti impegni, lo sostituì con l’unico scopo di mantenerne viva la memoria e continuarne le opere, con amore paterno infatti si propose di realizzare alcune delle promesse fatte da Gioacchino ai sorrentini, questo fu l’unico motivo per cui ultraottantenne si presentò alle elezioni comunali con una lista civica, richiamando accanto a se direttamente da bordo, il fido Comandante Alfaro.
Il Comandante vinse le elezioni a capo della lista civica “Sorrento”, aggiudicandosi 15 seggi su 30 in Consiglio comunale, e divenuto Sindaco, come promesso, potenziò le manifestazioni culturali prima fra tutte i famosi “Incontri del Cinema”.
Gioacchino aveva promesso anche una scuola materna e il casinò a Sorrento, per tale motivo il Comandante fece costruire nel terreno ex fondo Petrulo, alle spalle dell’Hotel Capri, un grande plesso scolastico contenente anche la scuola elementare, andando aldilà delle promesse fatte dal figlio. Per quanto riguarda il casinò Lauro rischiò il carcere, tante e tali furono le difficoltà politiche e burocratiche, ci era quasi riuscito, infatti la sede del Casinò doveva sorgere presso l’hotel Miramare al Capo di Sorrento e per l’inaugurazione aveva attrezzato le sale del Circolo Forestieri, addirittura aveva fatto preparare le fiches con su impresso “Casinò di Sorrento”, ma all’ora convenuta i Carabinieri irruppero nel Circolo sequestrando tutta l’attrezzatura, il Comandante in qualità di Sindaco e promotore dell’evento fu indagato ma per fortuna aveva già versato la tassa di apertura e pertanto gli fu riconosciuta la buona fede, naturalmente il Casinò non fu più realizzato.Il Comandante all’inaugurazione della scuola “Angelina Lauro” (foto Galantino)
Anche il calcio fu uno degli obiettivi del Comandante, il figlio Gioacchino ci teneva tantissimo alla squadra del Sorrento che all’epoca militava in serie C dopo una serie entusiasmante di promozioni attraverso le serie minori, la missione fu di portarla a breve in serie B e così avvenne.
Il Comandante presentò in Consiglio Comunale la proposta per la costruzione di un nuovo campo di calcio, infatti appena si aprì la discussione dell’ordine del giorno che aveva al primo posto proprio il capitolo “Stadio”, espose il suo progetto sicuro che tutti, anche quelli dell’opposizione fossero concordi, tenuto conto che la maggior parte di essi erano albergatori ed il “Campo Italia” era situato in mezzo a tanti importanti alberghi, e procurava disagi durante le partite: “Ho trovato il terreno adatto per la costruzione del nuovo stadio”, esordì Lauro che da uomo di sport sapeva bene che sarebbe occorso un campo di calcio adeguato alla serie B e a tale scopo aveva parlato con le Marchesi di Serracapriola le quali possedevano un fondo in località “Cesarano” che volevano adibire a parcheggio, proprio quello sembrò al Comandante un posto idoneo per costruirvi uno stadio ben attrezzato per la squadra del Sorrento, e aggiunse: “è stata approvata la delibera, mi sono anche adoperato per un prestito dal Coni. Sono in tutto 25 mila metri quadrati da livellare e da mettere in ordine, la spesa globale di uno stadio per ventimila spettatori sarebbe di circa 600 milioni, reperibili anche in parte attraverso la vendita di alcuni immobili di proprietà comunale”.
Il progetto del Comandante prevedeva anche che il vecchio campo sarebbe stato destinato interamente al potenziamento del gioco del tennis il che avrebbe richiamato a Sorrento parecchi turisti amanti di questo sport.
Una volta terminato il suo intervento Lauro diede la parola al “suo” assessore allo sport Gennaro Nina, questi invece di appoggiare la linea della maggioranza, cominciò a leggere una proposta di democristiani e socialisti che prevedeva invece l’allargamento del campo sportivo esistente, sfruttando i campi da tennis contigui al Campo Italia sul lato di ponente, il costo dell’operazione sarebbe stato solo di 100 milioni, facilmente reperibili. Alla fine l’assessore Nina dichiarò di passare all’opposizione, ed insieme a lui, altri due consiglieri lo seguirono mettendo in minoranza il governo del Comandante.
Come si può immaginare grande fu l’amarezza di Lauro che decise di dimettersi, ma il popolo sorrentino riempì Sorrento di manifesti dichiarandogli stima ed affetto facendolo recedere dal proposito.
Consentitemi di aggiungere che il Comandante, come si direbbe oggi “non era uno scappato di casa”, il suo progetto era stato elaborato in tutti i dettagli e fallì soltanto per avversione politica.
Per Lauro non si trattò di una novità, anni prima nella sala dei baroni a Napoli, trenta consiglieri monarchici, costituirono una fazione autonoma: “Rinnovamento sociale”, il loro tradimento fece cadere la giunta Lauro, non si riuscì a formare una nuova maggioranza per cui il capoluogo fu destinato ad un periodo di commissariamento e di immobilismo politico.
Luigi Russo
(tratto da: https://lurusblog.wordpress.com/2021/02/20/sorrento-serie-b-andata-e-ritorno/)