Ilaria Salis a processo in Ungheria: in aula con mani e piedi legati
La 39enne milanese è in detenzione preventiva da quasi un anno in Ungheria, all’udienza è stata portata con mani e piedi legati: Tajani ha convocato l’ambasciatore
Il governo italiano protesta ufficialmente per le condizioni in cui è detenuta Ilaria Salis , la maestra italiana di 39 anni a processo in Ungheria accusata di aggressione ai danni di due estremisti neonazisti durante una manifestazione a Budapest nel febbraio dello scorso anno, portata in tribunale cosa da non credere, se lo si racconta qualcuno potrebbe credere che non sia vero, invece il video tramesso parla chiaro, con i polsi ammanettati e i piedi legati tra loro da ceppi di cuoio fermati da lucchetti; le manette e le cavigliere legate a loro volta a un cinturone stretto in vita.
Quelle immagini, rimbalzate in Italia, hanno provocato sdegno e appelli affinché il governo Meloni intervenga. L’udienza è stata aggiornata al 24 maggio: la donna rischia fino a 24 anni di carcere.
All’ora di pranzo «il nostro ambasciatore ha chiesto al ministro della Giustizia ungherese di chiedere al procuratore generale di valutare le condizioni di detenzione di Ilaria Salis e di riferirgli a stretto giro. Il ministro gli ha garantito che lo richiamerà subito dopo aver riparlato con il procuratore generale cosa che ha già fatto». Lo ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani nelle repliche dell’audizione alle Commissioni Esteri. «Aspettiamo una risposta», ha aggiunto.
Stamattina Tajani aveva chiarito che «non si può intercedere sul processo» a carico di Ilaria Salis, «noi possiamo soltanto fare delle proteste per quanto riguarda il trattamento del detenuto» ha precisato il ministro degli Esteri, raggiunto al termine del Cdm.
L’estradizione «non è prevista perché non ha commesso un reato in Italia ed è stata arrestata in Ungheria: il reato ipotetico è stato commesso in Ungheria, quindi deve essere processata lì»
«Sulla dignità di Ilaria Salis come di ogni persona detenuta non possiamo transigere», ha detto Tajani spiegando che questa mattina il Segretario Generale della Farnesina, l’ambasciatore Riccardo Guariglia, ha convocato l’incaricato d’Affari della Repubblica di Ungheria e gli ha «ribadito un forte messaggio di contrarietà alle condizioni di detenzione di Salis, catene e tenuta anti sommossa appaiono inammissibili e non in linea con la direttiva comunitaria, chiediamo inoltre pieno accesso alle prove raccolte dall’accusa».
Poi, l’ulteriore passo: «Ho chiesto al nostro ambasciatore a Budapest di incontrare il ministro competente. Ieri ha incontrato i genitori e gli avvocati di Salis, domani i genitori potranno incontrare nuovamente Ilaria in carcere». I funzionari, aggiunge ancora Tajani, hanno compiuto regolari visite in carcere: «Auspichiamo prima di tutto i domiciliari in Ungheria, poi chiederemo di spostarla in Italia». Tajani, in replica ha poi chiarito anche l’andamento del dialogo con il titolare della Giustizia a Budapest: «All’ora di pranzo il nostro ambasciatore ha chiesto al ministro della Giustizia ungherese di chiedere al procuratore generale di valutare le condizioni di detenzione di Ilaria Salis e di riferirgli a stretto giro. Il ministro gli ha garantito che lo richiamerà subito dopo aver riparlato con il procuratore generale» cosa che «ha già fatto».