La guerra di Capodanno: morti, feriti, mutilati, danni, incendi e strage di animali innocenti, eppure grazie alla tecnologia, cambiare si può!

1 gennaio 2024 | 17:06
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La guerra di Capodanno: morti, feriti, mutilati, danni, incendi e strage di animali innocenti, eppure grazie alla tecnologia, cambiare si può!

Bisogna abbandonare per sempre quest’arcaica e barbara tradizione e cogliere le opportunità offerte dalla nuova tecnologia: optare per la variante “moderna” dei fuochi d’artificio, con spettacolari luci laser, e fuoco virtuale a suon di musica, con effetti che nessun petardo è in grado di superare!

Stiamo perdendo tempo prezioso, mentre razzi e bombe imperversano nei luoghi veri della guerra, noi in Italia con micidiali fuochi d’artificio spargiamo diossina tra palazzi e giardini, seminiamo il panico tra cani e gatti, e terrorizziamo i volatili che perdono del tutto l’orientamento.

Dai primi dati dei vigili del fuoco, gli interventi nella notte
sono aumentati di un 8,8% in più rispetto all’anno scorso, ed in Campania il bilancio risulta raddoppiato.

Anche nella “tranquilla” costiera si è verificato uno spiacevole incidente ad una ragazza di Ravello, che a causa di un petardo ha rischiato di farsi male agli occhi. Per fortuna ha subito solo uno spavento e lievi contusioni, che tuttavia hanno richiesto medicazioni all’ospedale Ruggi di Salerno.

Le ferite provocate dai botti sono “paragonabili a quelle delle mine da guerra o delle bombe a mano”, ci ha spiegato Giorgio Pivato, responsabile dell’Unità operativa di Chirurgia della mano e Microchirurgia ricostruttiva dell’Irccs Humanitas.

Da un’immagine del segnale di una stazione sismica Ingv, ubicata nei pressi di Napoli, si è constatato che, dal grafico quasi piatto prima della mezzanotte, qualche secondo dopo comparivano picchi dovuti ai fuochi d’artificio, in grado di emettere vibrazioni anche fino a 190 decibel.

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La soglia del dolore nell’adulto è di 140 e nei bambini è di 120; i cani captano onde sonore fino a 40mila Hertz rispetto agli umani, che non ne raggiungono neanche 20mila, e questo vuol dire che quello che per noi è un botto, per loro è come una bomba. Sono infatti circa 5mila gli animali, tra domestici e selvatici, che ogni anno perdono la vita per cause dirette ed indirette riconducibili a petardi.

Nonostante siano in aumento i sindaci che emettono ordinanze di divieto di accendere petardi e fuochi d’artificio con pene e sanzioni molto dure, i risultati restano però ancora deludenti.

È l’impossibilità di controllare adeguatamente il territorio, che rende tali divieti del tutto inutili, pur rappresentando un segno di civiltà rispetto al passato.

Ricorrere alla tecnologia può costituire, se non la soluzione del problema, almeno un punto di svolta: con un sistema capillare di videosorveglianza, in aggiunta all’ausilio di droni, si riuscirebbe in molti casi a stanare e multare i colpevoli, che immancabilmente in barba al buonsenso ed ai divieti, “sparano” di tutto, da balconi ed aree private di condomini e locali d’intrattenimento.

Del resto è ormai acclarato che per garantire maggiormente la sicurezza, un sistema capillare di videosorveglianza, è supporto indispensabile alle forze dell’ordine, oltre a funzionare da efficace deterrente per tutti i tipi di reato.

Per educare le nuove generazioni tuttavia, è necessario informare adeguatamente sui possibili gravi rischi legati a tutti i tipi di comportamenti estremi: la velocità alla guida sotto l’effetto di alcolici o sostanze stupefacenti, il cyberbullismo, gli sport estremi ecc. Nelle scuole andrebbero mostrati i video di incidenti reali, quelli di giovani di quella stessa età, che hanno subito menomazioni gravi, e far scorrere immagini che mostrino che non esiste solo la morte!

Per un adolescente l’idea della morte, può a volte far scattare una sorta d’invito alla sfida.

Occorre mostrare invece che il più delle volte in seguito a comportamenti estremi, non si muore ma si continua a vivere con gravi handicap fisici, in grado di rovinare tutta la vita, non solo la propria ma anche quella degli altri, e dei propri familiari.