La “Levata del Bambino” alla Chiesa del Villaggio Villamena, un nuovo anno e una nuova strada dove vecchio e nuovo possono incontrarsi in armonia.
Le luci dei presepi si sono ormai quasi tutte spente nel borgo di Minori, eppure non sono in tanti quelli che conoscono tutte le regole legate alla tradizione.
Il presepe origina dalla necessità di rendere comprensibile le Sacre Scritture, anche a chi non sapeva leggere e, come le rappresentazioni sacre e le laude drammatiche del XIV secolo, nasce proprio come spettacolo teatrale: il primo è stato la rappresentazione vivente ideata da San Francesco d’Assisi 800 anni fa a Greggio. Da allora artigiani ed artisti modellano statuine, in una tradizione arrivata fino ad oggi molto viva, soprattutto in Campania.
Secondo la tradizione il presepe si prepara il giorno 29 novembre, inizio della Novena dell’Immacolata, annunciata dagli zampognari dinanzi alla mangiatoia vuota, che risuonerà con lo stesso rituale il 16 per la Novena di Natale.
La notte del 25 suonano le campane, si pone il “Bambino” nella mangiatoia ed inizia il cammino dei Magi verso la grotta, fino al Capodanno, quando le tre statuine più piccole si sostituiranno con quelle più grandi a metà percorso, ed il giorno dell’Epifania, li si farà “scendere da cavallo”, ad adorare il Bambino nella grotta ed offrirgli i loro doni.
Ma quand’è il momento di togliere il presepe? Il viaggio dei Re Magi storicamente si conclude 12 giorni dopo, ed è per “guidarli” che le luci natalizie non vanno rimosse troppo presto, farlo segnerebbe la fine prematura di quel viaggio.
In Campania alcuni scelgono la data del 17 gennaio, festa di Sant’Antonio Abate, affidando il vecchio presepe alle fiamme dei falò accesi nelle piazze.
Ma è il giorno della Candelora del 2 febbraio, ad essere l’ultimo per lo smontaggio canonico del presepe: il giorno della “Presentazione di Gesù al Tempio”, a 40 giorni dalla nascita.
Lo smontaggio del presepe, rappresenta al pari del montaggio, un vero e proprio rituale: per prime sono le statuine di pastori e contadini a venir fasciate nella carta di giornale, e poi via via tutte le altre, dai Re Magi alla Sacra Famiglia, alle casette di sughero, agli animali, al muschio ed al terreno, poi alla fine tutto quanto viene inscatolato e messo a deposito.
La tradizionale “Levata del Bambino” è stata occasione per andare quest’anno alla scoperta di uno dei presepi di Minori, il più protetto ed “irraggiungibile”, quello della Chiesa nel Villaggio di Villamena.
Visitare il singolare complesso monumentale di San Gennaro, con la chiesa parrocchiale dei santi Gennaro e Giuliano e l’oratorio di Santa Maria delle Grazie, è di per sé un evento in quanto è spesso chiuso. La parrocchia e l’oratorio sono tra loro intercomunicanti, e le loro facciate semplici, si compongono ad angolo retto sul grazioso sagrato.
In estate questo ombroso spazio quadrangolare, offre ristoro agli “escursionisti” che lo attraversano, in quanto crocevia dei percorsi delle “terre alte”, e di Ravello: ci si può riposare, bere alla fontanella, e godere di una tranquillità avvolgente, in un antico tempo, fermo e silenzioso.
Il “Villaggio di Villamena”, è uno dei più antichi di Minori, risale al X secolo, e costituisce l’unico esempio di architettura romanica locale. Situato sulle prime alture collinari degradanti verso il centro urbano, conserva un contesto ambientale quasi intatto nei suoi caratteri agresti, con giardini e terrazzamenti coltivati, intersecati da sinuose stradine e scale tra l’abitato rurale rado. Per quest’antico villaggio si prospettano grandi mutamenti, in grado di scongiurare il “fenomeno dell’abbandono”, che registra già un crollo di un terzo dei limoneti produttivi, un’epocale minaccia per l’antica tradizione del terrazzamento e della coltivazione del suo agrume.
C’è grande speranza quindi sul completamento della strada, che ad agosto il Consiglio comunale di Minori ha approvato con specifica variante urbanistica. L’opera finanziata dalla Regione Campania, prevede l’adeguamento del tratto di strada già esistente che, dal fiume a valle sale ripida a “cul de sac”, e la prosecuzione ex-novo sino al confine del territorio di Minori, da dove poi continuerà su quello di Ravello fino a Castiglione, nei pressi del presidio ospedaliero.
Tenuto conto della ztl territoriale, giunta finalmente ad una concreta fase di elaborazione, questa nuova strada potrebbe garantire, nel caso di blocco della statale costiera, un percorso di emergenza ai mezzi di soccorso; realizzare sopratutto il collegamento viario di tutte le frazioni minoresi, apportando un miglioramento delle attività agricole ancora penalizzate da grandi difficoltà di trasporto, nonché nuove attrattività dal punto di vista turistico, di parti di territorio fin’ora difficilmente accessibili.
A differenza del tunnel, molto poco utile ed eccessivamente impattante sull’ambiente, forse quest’opera potrebbe rivitalizzare il territorio, garantendo un alto grado di sostenibilità, fermo restando l’irrisolvibile “rebus” della variabile tempo, punto debole di tutte le opere pubbliche italiane…