La parrocchia di Atrani invita i bambini di Amalfi a visitare l’antico presepe della Chiesa della Madonna del Carmine
Oggi è stato un pomeriggio diverso per i bambini di Amalfi e di Atrani, che vanno a scuola insieme, ma frequentano due parrocchie diverse; ebbene, il parroco del più piccolo borgo d’Italia, don Christian Ruocco, fino a qualche mese fa vice parroco di Amalfi, ha invitato i suoi “ex” piccoli parrocchiani ad una visita guidata presso il bellissimo presepe della Chiesa della Madonna del Carmine. In tanti hanno aderito all’iniziativa, accompagnati dalle catechiste.
In questa Chiesa, fondata nel 1604 dai rappresentanti di due ricche famiglie locali, chiusa per la maggior parte dell’anno, nel periodo natalizio viene allestito un presepe ottocentesco, opera dell’artista Vincenzo Amodio (1850), la cui originalità consiste nel fatto che i pastori riproducono persone atranesi realmente esistite negli anni tra il 1700 e il 1800 mentre svolgono atti di vita quotidiana. Il presepe è pensato secondo la legge del contrappasso; coloro che nella vita reale erano nobili e ricchi, ricoprivano nella rappresentazione presepiale, i ruoli più umili.
Si possono scorgere allora le statue di “Matalena ‘e Zazzà” o “Ninina ‘e Zia Peppa” o quella di “’on Filippetto” “…al secolo Filippo Gambardella – si legge nella pubblicazione Atrani fra Tradizione e Cultura – di professione Notaio (…) proprio per la sua posizione sociale ed economica, era pieno di boria, altezzoso e, di conseguenza, inviso ai suoi concittadini. Ma l’antica saggezza popolare si vendicò in modo sottile, ricercato e veramente efficace. “Vicienze e’ Catarina” (l’autore del presepe, Vincenzo Amodio n.d.r.) lo riproduce nel presepe come uno zampognaro collocandolo accanto alla grotta , facilmente riconoscibile per la sua calvizie”. Più in là si scorge la statua di “Cristina ‘e Catolla” “…una popolana – si legge ancora nella pubblicazione – anziana donna, raffigurata con una gallina in mano, il grembiule raccolto davanti a mo’ di sacco e gli zoccoli legati dietro le spalle che non usava per non consumarli, camminando scalza” di lei si sa che era chiamata a cantare nella piazza del paese l’ultima strofa della “tammurriata” durante la festa dedicata a Santa Maria Maddalena, quando il popolo scendeva in corteo, cantando, dalla Chiesa di Santa Maria del Bando.
Come ogni anno, prima dell’inizio delle festività natalizie, i pastori, custoditi gelosamente, vengono tirati fuori da cittadini appassionati di storia, cultura e tradizioni locali a cui si aggiungono abilità fisiche e mentali, che sapientemente ricostruiscono le scene e collocano ogni statua al giusto.
I bambini hanno potuto assistere ad un simpatico spettacolo messo in scena dai loro compagni, il cui filo conduttore erano i preparativi per accogliere Gesù Bambino.
Sono stati momenti di grande gioia per i bambini, ma allo stesso tempo di riflessione, di coesione, di condivisione, segno di quanto sia bello stare insieme.