Mercoledì notte i due comuni non saranno mai più così vicini ma anche così tanto lontani, divisi a causa di quelle indagini diagnostiche che si devono effettuare per il nulla-osta alla realizzazione del tunnel.
Ma queste indagini non sarebbero dovute essere propedeutiche?
È il primo caso in cui paradossalmente una comunità, incrocia le dita e spera che un esito sfavorevole scongiuri la iattura di una mostruosità ambientale in uno dei paradisi unesco per antonomasia, fatta passare per la soluzione salvifica al caos traffico!
Sono mosche bianche i cittadini che guardano ai benefici della passeggiata pedonale che si potrà realizzare sul lungomare grazie a questo tunnel, per la quasi totalità ci sono solo i dubbi sulla sicurezza e la sostenibilità ambientale e che addirittura che possa danneggiare la stessa circolazione stradale, e non solo per i due comuni implicati.
Il rischio in effetti è insito nella natura stessa dei tunnel che, per quanto ben progettati, presentano sempre un problema all’imbocco ed all’uscita: l’esperienza Anas accumulata nel tempo lo prova, pertanto vengono accettati di buon grado dagli abitanti, solo in casi limite, cioè quando possono essere davvero risolutivi, ma questo pare non esserlo affatto, per cui il sacrificio non risulta giustificato, considerando anche gli alti costi dell’opera.
A Minori è già iniziata la campagna elettorale, ma l’annuncio di queste indagini ha montato lo scontento.
Da un lato la parte più “giovane” che ha scelto l’attivismo del “flash mob parking“, una battaglia rumorosa a difesa dell’ambiente e del paesaggio, dall’altro il fronte “diversamente giovane” che silenziosamente invita al “non voto” alle prossime elezioni comunali, data la totale sfiducia verso la classe politica locale.
La “Sindrome del Tunnel” sta mettendo a rischio la pace sociale, il timore è anche quello che, per oltre dieci anni, un cantiere allontani residenti e turisti, innescando un progressivo calo del valore immobiliare.
In effetti nessuno credeva davvero che l’oneroso e faraonico iter del tunnel si concretizzasse, tenuto conto della soluzione a portata di mano, anche molto economica e di facile realizzazione, di allargare a sbalzo la rotabile fino al porto di Maiori, così come proposto già in passato.
La sistemazione a scopo pubblico-ricreativo dei terrazzamenti sul costone tra i due comuni, anch’essa fattibile, si sarebbe dovuta prevedere in tutt’altro ambito.
Inaspettatamente invece l’approvazione del progetto del tunnel ha preceduto addirittura le indagini preliminari!
Eppure ad un occhio esperto, dai rendering mostrati ai cittadini, si deduce che il progetto è ancora in fase non esecutiva: dal lato di Minori, un’invasiva gradinata all’aperto è stata scelta ad hoc affinché testimoniasse proprio la vivibilità di quel particolare spazio, mentre la sovrastante “bocca” nella roccia, è stata opportunamente denudata dei ventilatori jet-fan, che nella realtà sono invece indispensabili a mantenere bassi i livelli di inquinanti atmosferici, rilasciati dai veicoli.
Il rischio che il rendering commissionato per convincere la comunità, svelasse uno spazio dall’atmosfera tutt’altro che ospitale, in un piccolo lungomare come quello di Minori, sarebbe stato un handicap eccessivo!
Dal lato di Maiori il rendering non mostra addirittura nulla di ciò che succede davvero alla bocca d’ingresso, ed infatti non è un caso che a Maiori i rumors siano più tendenti al fatalismo, eppure la consigliera di minoranza Elvira D’Amato, coglie lo stesso l’occasione, per esprimere forti perplessità.
La D’Amato in un post “denota la carenza delle Amministrazioni locali sul tema del mancato coinvolgimento istituzionale della cittadinanza“, poiché “La pianificazione delle grandi opere pubbliche non può omettere la consultazione popolare“.
E scoperchia infine anche il vaso di pandora, aggiungendo che “La progettazione delle grandi opere non può ricorrere pretestuosamente a finanziamenti pubblici disposti per precise finalità“, come in questo caso quella della viabilità, per poi scoprire che ci ci sono ben altri “obiettivi a dir poco confusionari e pretestuosi“.
Sull’irrevesibilità delle scelte progettuali rompe il velo dell’ipocrisia sul tema scottante di eventuali cambi di rotta: “Le procedure osservate nella progettazione delle grandi opere pubbliche non possono che interrompersi giustificatamente in presenza di incompatibilità degli interventi con la natura geomorfologica del territorio“, poiché “Le procedure da osservare nella pianificazione, progettazione e fattibilità di opere sul territorio nel mondo normale cominciano dai requisiti di base“.
Che le iniziative contro la realizzazione del tunnel, si sarebbero dovute attuare molto prima, come alcuni rimproverano in queste ore ai contestatori dell’opera, è indubbio.
Ricorrere in giudizio contro un appalto affidato prematuramente e privo delle necessarie indagini ed autorizzazioni, non sarebbe stato nemmeno peregrino, visto che l’Autorità di Bacino, si appresta solo ora ad effettuare le analisi sul costone, e sollecitata in extremis dai privati cittadini.
Non aver presentato Ricorso sarà anche stato un errore, tuttavia farlo adesso non sarebbe nemmeno un caso isolato, se pensiamo all’eclatante vicenda dell’Ospedale Unico in Penisola Sorrentina, giunto addirittura al progetto esecutivo e ricusato dalla nuova amministrazione votata all’uopo dai cittadini.
Aver consentito che un progetto di tale portata ambientale, seguisse un iter di approvazione così anomalo, è una responsabilità che compete alla politica, e solo dopo ai cittadini.
Incalzati negli ingranaggi di un’economia malsana da overturismo tossico, la comunità ha davvero tutta la colpa di essersi allontanata tanto dalle cose che hanno più valore per le generazioni future?
A questo punto risulta più oneroso bloccare l’iter in corso, o subire in futuro delle conseguenze irreversibili e protratte a lungo termine, da un’opera costosissima di cui non si sente la reale necessità?
Ancora una volta si viene chiamati tutti a fare una valutazione seria, oltre che a farla velocemente, dato che si tratta di un’opera impattante ben oltre i confini comunali, che le elezioni sono vicine, e che questa partita si gioca quasi del tutto con queste carte.