Ok al terzo mandato si vota l’8 e 9 giugno. A Meta Peppe Tito si potrà ricandidare, silenzio del sindaco
Ok al terzo mandato si vota l’8 e 9 giugno. A Meta Peppe Tito si potrà ricandidare, silenzio del sindaco della Penisola sorrentina che è anche consigliere della Città Metropolitana di Napoli, anche se aveva detto che sarebbe stato riconfermato candidato Pasquale Cacace e la stessa Angela Aiello aveva detto che avrebbe fatto un passo indietro per lui .
Ma vediamo che dice la legge Comuni con meno di 5mila abitanti, come Amalfi o Amatrice, potranno avere, in via teorica, dei sindaci a vita. Con il decreto legge varato dal Consiglio dei ministri non ci sarà limite di mandato per i sindaci dei Comuni così piccoli, e salirà a tre il limite dei mandati per quelli da 5 a 15 mila abitanti.
Nessun cambiamento per le amministrazioni più grandi, sia comunali che regionali.
“E’ il coronamento di un’altra storica battaglia della Lega, nell’interesse dei territori e dei cittadini”, fa sapere il ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie, Roberto Calderoli, al termine del Cdm.
Via libera anche al dl Elezioni con “disposizioni urgenti per le consultazioni elettorali dell’anno 2024 e in materia di revisione delle anagrafi della popolazione residente e di determinazione della popolazione legale”. Approvato il cosiddetto dl Election Day, provvedimento che, tra le altre cose, accorpa la data delle elezioni europee, del primo turno delle amministrative e delle regionali in Piemonte, Basilicata e Umbria. Il tutto accadrà l’8 e 9 giugno 2024.
Anci: “Vittoria democratica”
“La norma che estende il numero dei mandati dei Comuni fino a 15 mila abitanti e toglie ogni limite ai Comuni sotto i 5 mila è un passo avanti molto importante”. A dirlo, il presidente dell’Anci, Antonio Decaro “Finalmente viene data una risposta positiva alla richiesta che da anni viene da tutti i sindaci e si sana, almeno in parte, un vulnus democratico che abbiamo sempre giudicato gravissimo – aggiunge Decaro – a questo punto diventa inevitabile andare fino in fondo, estendendo il numero dei mandati anche per i sindaci dei Comuni sopra ai 15 mila abitanti. Una volta chiarito che soltanto gli elettori devono avere il diritto di giudicare se i propri sindaci devono essere confermati o mandati a casa, una disparità di trattamento nei confronti di soli 730 comuni più grandi, sul totale dei 7896 comuni italiani, appare davvero incomprensibile, e probabilmente anticostituzionale”.