Pompei: sequestrata l’azienda di un imprenditore che scaricava rifiuti tossici nel fiume Sarno

12 gennaio 2024 | 16:23
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Pompei: sequestrata l’azienda di un imprenditore che scaricava rifiuti tossici nel fiume Sarno

Titolare di una azienda di Pompei sarebbe responsabile di inquinamento ambientale e scarico abusivo di reflui industriali. In effetti, per quanto accertato dai Noe l’azienda di quest’ultimo scaricava nelle falde acquifere e nel fiume Sarno scarti tossici di lavorazione, danneggiando seriamente l’ambiente. Per questo reato è scattato il sequestro preventivo della azienda dello stesso titolare peraltro recidivo.

Un’indagine dei Carabinieri, coordinata dalla Procura di Torre Annunziata, ha accertato che l’attività dell’azienda, operante nel settore della produzione/trasformazione di materie plastiche e successiva verniciatura, veniva svolta in violazione della normativa ambientale in materia di scarico di acque reflue nei corsi d’acqua e di gestione dei rifiuti, con conseguente significativa contaminazione del suolo e della falda acquifera. In particolare, ripetuti sopralluoghi da parte dei funzionari del NOE di Napoli hanno rivelato che le acque di dilavamento di un piazzale in cui venivano stoccate illegalmente vernici coloranti e rifiuti vari confluivano in diversi canali di scolo e infine scaricavano nel sottosuolo di due pozzi. Per quanto riguarda la qualità dell’acqua degli scarichi, le analisi biologiche dell’ARPA hanno rivelato alte concentrazioni di idrocarburi pesanti, che sono insolubili in acqua e quindi si accumulano nel sottosuolo causando una grave tossicità. Le indagini chimico-fisiche sui pozzi in questione hanno evidenziato la lisciviazione di sostanze tossiche dovute al deposito e all’abbandono non regolamentato di rifiuti urbani indifferenziati e specializzati, anche pericolosi, in aree non pavimentate, la contaminazione della matrice stessa del suolo e delle acque sotterranee e una più grave contaminazione della falda. I funzionari del NOE hanno anche potuto confermare che, a dimostrazione di un’assoluta mancanza di sensibilità verso la tutela dell’ambiente da parte degli indagati, non è stato preso alcun provvedimento, nonostante fossero già state emesse disposizioni in occasione di precedenti ispezioni in cui erano state riscontrate analoghe violazioni. I provvedimenti cautelari si sono resi necessari per evitare un ulteriore degrado dell’ambiente circostante e del fiume Sarno e si inseriscono in una più ampia e chiara attività investigativa tutt’ora in corso condotta capillarmente dai Carabinieri del Gruppo Napoli del Comando per la Tutela dell’Ambiente e la Sicurezza Energetica di Torre Annunziata, con la collaborazione tecnica dell’ARPAC. coordinata dalla Procura della Repubblica, finalizzata all’accertamento e all’eliminazione delle cause di inquinamento del fiume Sarno e dei suoi affluenti, con l’obiettivo di individuare gli scarichi abusivi di reflui industriali immessi direttamente e indirettamente nello stesso fiume, senza trascurare il rilevante impatto negativo su di esso, provocato dagli scarichi fecali di alcuni Comuni, tuttora privi di rete fognaria e/o non ancora collettati ai depuratori esistenti. Questa attività investigativa ha portato a 298 ispezioni (di cui 158 non conformi), 46 provvedimenti di sequestro di aziende o impianti produttivi (in tutto o in parte), 29 sanzioni amministrative, 171 rinvii a giudizio e arresti per diversi reati ambientali, tra cui due per inquinamento ambientale, nella sola Procura di Torre Annunziata. Il totale per l’intero bacino del Sarno, comprese le attività coordinate dalle Procure di Avellino e Nocera Inferiore, è stato di 535 ispezioni (di cui 279 non conformi), 90 sequestri di aziende o impianti produttivi (in tutto o in parte), 84 sanzioni amministrative, 312 fermi e 7 arresti per reati ambientali. arresti per reati ambientali.