Positano: da Massine ai Russo: Il lungo percorso degli abusi a Li Galli raccontato nelle 41 pagine dell’inchiesta

Positano: Da Massine ai Russo: Il lungo percorso degli abusi a Li Galli raccontato nelle 41 pagine dell’inchiesta
Un imponente dossier di 41 pagine sembra preludere a ulteriori sviluppi investigativi riguardo alla presunta lottizzazione abusiva dell’isolotto de Li Galli. Ventuno di questi documenti dettagliano le ragioni che hanno portato i giudici del Riesame ad accogliere il ricorso presentato dall’ufficio giudiziario, guidato dal procuratore capo Giuseppe Borrelli e dal vicario Luigi Alberto Cannavale, contro la decisione del gip di respingere alcune richieste di sequestro.

L’ordinanza, come riporta Petronilla Carillo de “Il Mattino”, pur presentandosi come un atto tecnico, apre ampi spazi per un’indagine più approfondita su posizioni cruciali. Emergono diverse irregolarità che si sarebbero perpetuate per decenni, tra autorizzazioni mancate, documenti mai depositati e omissioni nelle verifiche. Solo due controlli certificati, condotti nel 2018 e nel 2023 dai tecnici del Comune di Positano in collaborazione con la polizia municipale, avrebbero rivelato le irregolarità edilizie che, secondo i giudici, avrebbero distorto l’assetto urbanistico delle strutture preesistenti.

I magistrati ricordano che i primi abusi risalgono addirittura al lontano 1936, quando il ballerino e coreografo russo Leonide Massine, proprietario dell’isola, intraprese lavori non autorizzati affidandosi all’architetto Le Corbusier. Tali abusi, con pratiche di condono mai regolarizzate, si sarebbero protratti nel tempo, evidenziando lacune nelle verifiche e richieste di documentazione mai soddisfatte da parte degli uffici comunali.

Nel 1998, gli eredi di Massine vendono gli immobili alla Ballet Monde Ag, che successivamente fonde con i Russo nel 2015, rendendoli proprietari dell’isola. Nel 2009, il Comune di Positano autorizza i Russo a svolgere attività di Bed & Breakfast, ma i permessi riguardano un immobile ancora abusivo. Nel 2011, la società richiede l’autorizzazione per attività extralberghiera, e secondo i giudici del Riesame, vi sarebbe stato un errore nel rilasciare l’agibilità per silenzio assenso, poiché l’immobile, non essendo stato condonato, resta abusivo.

Le indagini della Guardia di Finanza su carte e documenti fiscali evidenziano fatture per la vendita di soggiorni sull’isola, con pensione completa, a prezzi elevati, emesse verso società estere e la Russo Travel, legata ai proprietari dell’isola. Questo rafforzerebbe l’ipotesi che la società sia dedicata esclusivamente alla gestione turistica dell’isola, e non solo all’ospitalità di amici e parenti dei proprietari.

Ulteriori irregolarità coinvolgono la realizzazione di opere di urbanizzazione abusiva, gestione dei rifiuti (oggetto di un’indagine separata) e approdo ed ormeggi. In sintesi, si passa da un abuso residenziale, come quello iniziale di Massine, a uno con finalità turistiche, con la vendita di pacchetti che generano un considerevole reddito.

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