Sono passati dodici mesi dalla cattura di Matteo Messina denaro e restano dubbi e domande sulla sua latitanza e sul suo arresto.
Nato a a Castelvetrano nel 1962, il papà Francesco, don Ciccio, era il capo mandamento della zona. Da lui Messina Denaro ha imparato anche i segreti della latitanza: dopo anni di ricerche, l’uomo fu trovato solo nel 1998 – morto stroncato da un infarto – nelle campagne vicino al paese. Da allora ha comandato Matteo, fedelissimo di Totò Riina, poi agli ordini di Provenzano. Da quando entrambi sono stati catturati, è diventato tra gli uomini più ricercati al mondo.
Diabolik, U siccu (il secco). Oppure Alessio, come si firmava nei pizzini ritrovati dagli investigatori nel covo di Binnu Provenzano, a Montagna dei Cavalli. Sono questi alcuni dei soprannomi con cui era conosciuto; rimasto latitante per 30 anni e arrestato il 16 gennaio 2023 a Palermo, ha finito in carcere i suoi giorni: l’8 agosto le condizioni di salute di Messina Denaro, affetto da un tumore, sono peggiorate ed è stato trasferito nel reparto di chirurgia dell’ospedale San Salvatore dell’Aquila. Il 22 settembre la notizia del coma irreversibile e la decisione dei medici di sospendere l’alimentazione: il boss è morto il 25 settembre 2023.
Nonostante la cattura, non si è mai pentito e non ha svelato alcun mistero di cosa nostra.