Venezia 2024: ticket d’ingresso nel centro storico per i turisti giornalieri, limite di 25 persone ai gruppi organizzati, divieto a microfoni ed altoparlanti nel centro storico e nelle isole.

A Venezia anno nuovo vita nuova: nel 2024 verrà applicato il ticket d’ingresso nel centro storico per i turisti, un contributo introdotto dal Comune di Venezia come nuovo sistema di gestione dei flussi turistici, che vuole venire incontro “alle esigenze di tutela dei residenti e alla promozione della mobilità pedonale”.

Venezia diventa così “apripista a livello mondiale – come sottolinea l’assessore al Turismo, Simone Venturini – consapevoli dell’urgenza di trovare un nuovo equilibrio tra i diritti di chi qui ci vive, ci studia o ci lavora e di chi visita la città”.

La prima sperimentazione del ticket, che inizia con un anno di ritardo, è calendarizzata su circa 30 giornate stabilite dal Comune, concentrate nei ponti primaverili e nei fine settimana estivi.

Il contributo di 5euro per l’accesso, dovrà essere pagato dai visitatori giornalieri di età superiore ai 14 anni, tranne che per le categorie escluse: i residenti nella Regione Veneto, i lavoratori dipendenti o autonomi anche se pendolari, gli studenti, chi soggiorna in strutture ricettive situate all’interno del territorio comunale, chi necessita di cure, chi partecipa a competizioni sportive, le forze dell’ordine in servizio e similari.

L’altra novità riguarda le comitive al seguito delle guide e l’uso di altoparlanti: dal 1 giugno il regolamento comunale fissa un limite ai gruppi organizzati di turisti che potranno essere formati al massimo di 25 persone; sono vietati i microfoni e gli altoparlanti nel centro storico e nelle isole di Murano, Burano e Torcello, e debutterà un mese dopo la prima giornata di accesso a pagamento, fissata per il 25 aprile.

Staremo a vedere quali saranno gli esiti di questa sperimentazione, considerando che Venezia è il numero uno dei siti che, per antonomasia rappresenta il patrimonio Unesco in Italia.

Sarebbe ora che in tutti i territori che si avvalgono di tale riconoscimento, venga debitamente tutelata la dignità del luogo per continuare a meritarne l’appartenenza!

Qualcuno ha infatti suggerito che si debba seguire un “sistema”, che funzioni ad esempio come quello delle stelle Michelin: dopo aver guadagnato la stellina da far brillare nel menù, lo chef non può pretendere di trasformare il suo ristorante gourmet in fast food!

Parimenti se un sito turistico prestigioso non rispetta alcuni parametri, inseguendo più i numeri e la quantità smisurata che la qualità, dovrebbe perdere il privilegio di fregiarsi del titolo dell’Unesco.

Il “distrut-turismo” è il peggior nemico della bellezza e del buon vivere italiano. Occorre difendere tutti i nostri territori, e non lasciare il monopolio del futuro turistico in mano ad incompetenti e distruttori della res pubblica: abbassiamo i decibel, alziamo la qualità del turismo.

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