Amalfi, cattedrale di Sant’Andrea Apostolo: “seppellito” l’Alleluia in attesa della Pasqua di Resurrezione
Oggi, durante la messa della famiglia, nella cattedrale di Sant’Andrea Apostolo, il parroco, Don Antonio Porpora, ha riproposto, per i ragazzi, un particolare rito, in cui è stato “seppellito” l’Alleluia fino al giorno di Pasqua.
Tale rito parte da lontano: ai Vespri della domenica di Septuagesima, avveniva in antico un rituale speciale, specialmente nell’Europa continentale, noto come Funerale dell’Alleluia. In pratica, giacché nel Rito Latino dal Mercoledì delle Ceneri in poi fino a Pasqua non si canta più l’Alleluia, né si recita dopo i salmi, veniva commemorata la “morte” dell’Alleluia fino al suo ritorno, connesso alla Pasqua di Cristo. Il rito del Funerale dell’Alleluia è spiegato bene in un manuale liturgico del XV secolo, rinvenuto a Toul, in Francia:
«Il Sabato precedente la Domenica di Septuagesima, tutti i coristi si recano in sagrestia durante la recita dell’Ora Nona, a prepararsi per il Funerale dell’Alleluia. Dopo l’ultimo Benedicamus Domino [Alla fine dei Vespri] essi in processione, recando seco la Croce su asta e l’incensiere fumante, conducono un catafalco sul quale è adagiato uno stendardo con scritto “Alleluia”, e svolgono una processione cantando, finché non raggiungono il chiostro: lì depongono il catafalco nella terra, lo benedicono con l’acqua santa e lo incensano, e dopo se ne ritornano in sagrestia per la medesima maniera». Alessandro II, pontefice dal 1015, ordinò che questo rito fosse eseguito con ogni onore.
Oggi i ragazzi hanno materialmente tolto la parola Alleluia dall’altare e il sacerdote l’ha riposta in uno scrigno, conservato nella navata destra del duomo, che verrà riaperto sabato sera, 30 marzo, durante la celebrazione della Pasqua, fra 50 giorni.