Castellammare di Stabia, al Teatro Stabile Santa Filomena “Il caso Tenco”.
Il 2 e il 3 marzo al Teatro Stabile Santa Filomena in scena “Il caso Tenco”. Quello di Tenco fu un suicidio o un omicidio? Da oltre mezzo secolo resta un mistero irrisolto. Dino De Angelis, scrittore e narratore lucano, con “Il caso Tenco” si cala nel teatro di narrazione ripercorrendo quella maledetta notte del 27 gennaio 1967.Il caso Tenco continua a sollevare dubbi e interrogativi. La tragica scomparsa di Luigi Tenco, trovato morto nella sua stanza d’albergo durante lo svolgimento del Festival di Sanremo del 1967, fu ufficialmente attribuita ad un suicidio. Tuttavia, alcuni dettagli e incongruenze hanno col tempo alimentato l’ipotesi che possa essersi trattato di un omicidio. Testimonianze contraddittorie, l’alterazione della scena del crimine, nuove indagini ed analisi forensi hanno tentato di far luce sull’intera vicenda, ma il dibattito resta tutt’oggi ancora aperto. “Il caso Tenco” di Dino De Angelis si inserisce nella rassegna del Teatro Stabile Santa Filomena di Castellammare di Stabia curata da Luca Nasuto. La rappresentazione si muove tra racconto e ricerca storica attorno alla figura di Tenco, cantautore la cui musica ha lasciato, senza alcun dubbio, un segno indelebile nella storia della musica italiana. Le sue riflessioni sulla società e sull’amore continuano, a distanza di oltre mezzo secolo, a influenzare artisti e musicisti. Tenco, un mistero irrisolto. Quello di Tenco fu davvero un suicidio? E se si fosse trattato realmente di omicidio, chi mai avrebbe ucciso Tenco quella notte? Decenni di dubbi e incertezze sembrano non trovare soluzione. Dino De Angelis con la sua rappresentazione, attraverso l’aiuto di immagini e filmati d’epoca, ripercorre la vita del cantautore e le vicende legate a quella maledetta notte del 27 gennaio 1967. Luigi Tenco portò in Italia una vera e propria rivoluzione artistica e culturale, deciso a donare la musica alla gente, alle persone comuni. Questa sua ambizione lo porta a cercare un lessico semplice nelle sue canzoni, ma proponendo temi complessi e profondi, che poco hanno a che fare con la banalità. Salvatore Quasimodo, uno dei più grandi poeti del ‘900, si esprimerà dopo la morte di Tenco come colui che “ha voluto colpire a sangue il sonno mentale dell’italiano medio”. Come poter scrutare ancora più a fondo nell’animo umano se non scrutandolo con occhio filosofico? Con quell’occhio d’aquila che pochi si sono permessi di avere nel corso della storia e che Luigi Tenco, in alcuni suoi brani che ci ha lasciato, ha dimostrato di possedere in piena regola. Si prova quasi stupore nell’ascoltare note romantiche ma struggenti e comprendere parole che messe in musica, oltre a trasmettere emozioni, vogliono tramandare un concetto. In conclusione, se nella sua vita vediamo un atto di ribellione, questa è stata condotta con una bandiera con sopra scritto “Amore”.