Costiera amalfitana, un sogno “letterario” che sopravvive al turismo
La costiera amalfitana è un sogno letterario e di antiche tradizioni. Un posto dell’anima che ritrova la sua unicità nelle parole di autori e poeti che rimasero stregati, ammaliati e affascinati. Come non partire dall’inno di Giovanni Boccaccio:
“Credesi che la marina da Reggio a Gaeta sia quasi la più dilettevole parte d’Italia; nella quale, assai presso a Salerno, è una costa sopra ’l mare riguardante, la quale gli abitanti chiamano la Costa d’Amalfi, piena di picciole città, di giardini e di fontane, e d’uomini ricchi e procaccianti in atto di mercatantia”. Per proseguire con l’infanzia e gli odori decantati da Salvatore Quasimodo:
“Qui ad Amalfi è il giardino che cerchiamo sempre e inutilmente dopo i luoghi perfetti dell’infanzia. Una memoria che avviene tangibile sopra gli abissi del mare, sospesa sulle foglie degli aranci e dei cedri sontuosi negli orti pensili dei conventi”. Quasimodo ebbe una particolare predilezione e sintonia con Amalfi:
“In nessun altro luogo come ad Amalfi l’incrocio fra terra e acqua avviene con una reciproca metamorfosi”. Surreale l’immagine che restituiscono le parole di Alberto Moravia:
“La costiera amalfitana è un posto di sogno che non sembra vero”. Corrado Alvaro ne accarezza i sentieri e la musicalità:
“La costiera amalfitana è un Paradiso, fatto di scale che risuonano come tasti di un vecchio pianoforte”.