Domenica tragica nella Galleria di Pozzano: la frequenza degli incidenti varia in relazione alla lunghezza del tunnel, ma la causa resta il mix tra velocità e distrazione.
Ha colpito, ancora una volta, la terribile notizia dell’incidente verificatosi nella galleria di Pozzano, che unisce la strada da Sorrento e Penisola sorrentina all’autostrada A3 Napoli Salerno.
Il grave incidente questa volta ha visto coinvolto un motociclista, ma sono stati tanti gli incidenti, anche molto gravi, che si sono verificati durante i dieci anni di operatività di questa lunga galleria, che hanno coinvolto di volta in volta auto, moto ed anche bus, in frontali, collisioni e tamponamenti multipli.
Gli incidenti stradali più gravi, inclusi quelli lavoro-correlati, avvengono paradossalmente con maggiore frequenza nelle gallerie lunghe fino a 500 metri, infrastrutture a cui si applicano norme generali di tutela meno restrittive.
Le gallerie fino a 500 metri sono molto meno costose, ma non per i metri in meno da realizzare quanto perché sono soggette a norme generali di tutela meno restrittive e quindi risultano di gran lunga meno onerose.
Alle gallerie, ad eccezione però di quelle fino a 500 metri, si applicano infatti il dpr 151/2011, che regola le attività di prevenzione incendi, e la direttiva 2004/54/CE, che fissa i requisiti minimi di sicurezza per gallerie appartenenti alla Trans Europea Network-Transport.
Sono normative che consentono di rendere più efficiente e sicure le gallerie riducendone l’impatto infortunistico, dando modo alle persone coinvolte in incidenti di potersi mettere in salvo, agli altri utenti di reagire prontamente ed ai servizi di pronto intervento di poter operare con tempestività.
Esaminando i dati Istat sugli incidenti stradali viene fuori che almeno il 50% ricadono in tunnel fino a 500 metri, con una punta del 62% per quelli connessi ad attività lavorative. Invece, in gallerie lunghe oltre 500 e fino a 1000 metri sono accaduti il 16% degli incidenti, in quelle da 1 a 3 chilometri il 17% e in tunnel con lunghezza pari o superiore ai 3 chilometri soltanto il 3%.
Appare evidente da questo studio, quindi, che la frequenza degli incidenti varia in relazione alla lunghezza dei tunnel e che il maggior numero di eventi incidentali avviene in piccole gallerie, proprio quelle escluse dal campo di applicazione delle suddette normative.
Ovviamente è sempre la velocità non adeguata e la distrazione a costituire il problema.
Nel tunnel questo mix però, è particolarmente pericoloso perché andando a sbattere contro le pareti della galleria spesso si produce il ribaltamento dell’auto o, comunque, una serie di carambole che poi coinvolgono quasi sempre altre auto. Anche queste condizionate dal mancato rispetto della distanza di sicurezza.
In generale comunque è necessario installare impianti tecnologici, di gestione e controllo e poi anche quelli per la gestione delle emergenze.
Più è lunga la galleria e più saranno complesse le misure da prendere in considerazione: piazzole di sosta/emergenza, uscite o via di fuga, da mettere in relazione con l’accessibilità dei mezzi di soccorso e con la loro dislocazione nel territorio.
Analogamente risulteranno più complessi anche tutti gli impianti di illuminazione, di emergenza e sicurezza, l’impianto che garantisce la continuità dell’energia e quello della ventilazione, associato ad un impianto di controllo ambientale per la misurazione dei fumi e del monossido di carbonio che rende automatica la ventilazione stessa.
Più sarà lunga la galleria e tanto più importanti saranno gli impianti di controllo e gestione che permettono di controllare da remoto le condizioni della galleria, del traffico come l’impianto semaforico per la chiusura della galleria, il rilevamento di eventuali guasti per poter intervenire tempestivamente con gli interventi di manutenzione.
L’impianto di videosorveglianza permette su tutti di verificare gli allarmi di tutti gli altri impianti, in particolare in caso di incendio e d’incidente, mentre per la gestione delle emergenze sono indispensabili anche le colonnine SOS o gli impianti di GSM, e così via.
Insomma si tratta proprio di strutture tecnologiche complesse, la cui gestione e manutenzione, essendo specialistica, risulta delicata e complessa oltre che onerosa.