Festival di Ravello e Giffoni a rischio, l’allarme di De Luca. Ma è proprio la politica che ha affossato la Fondazione Ravello
Festival di Ravello e Giffoni a rischio, l’allarme di De Luca. Ma è proprio la politica che ha affossato la Fondazione Ravello De Luca da Napoli ha indubbiamente il merito di sollevare un problema, dai finanziamenti, con disparità fra Nord e Sud, e i finanziamenti anche culturali, ma ricordiamo come all’epoca di De Masi ed Amalfitano la Fondazione Ravello, che in Costiera amalfitana è l’ente culturale più importante, portava avanti il Ravello Festival con la metà dei finanziamenti privati . “Quando bisogna programmare le attività culturali bisogna partire un anno prima. Non è che organizzi una stagione teatrale, una stagione lirica, il festival di Giffoni, il festival di Ravello, dalla sera alla mattina. Sono veramente degli irresponsabili”. Lo dice il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca che, a margine di una visita all’impianto di compostaggio di Salerno, torna a parlare degli effetti causati dal mancato stanziamento dei fondi per lo sviluppo e la coesione.
È qualcosa di irresponsabile, di vergognoso, di intollerabile e di offensivo per il Mezzogiorno d’Italia”, spiega il governatore, ricordando che “gli accordi di coesione sono stati firmati dal governo italiano con tutte le Regioni del Nord, più il Lazio, ma nessuna Regione del Sud. È una vergogna”.Proprio ieri De Luca ha incontrato alcuni responsabili del mondo della cultura e dello spettacolo “e stiamo preparando una grande manifestazione di protesta contro il governo”, annuncia.”Se continuano a dormire e ad avere atteggiamenti irresponsabili – continua – promuoveremo una manifestazione forte a Roma. Poi, faremo altre tre manifestazioni con gli amministratori locali, che rischiano di andare in default con i loro bilanci. Faremo iniziative anche sul tema della sburocratizzazione. Stiamo ripetendo, anche ai miei colleghi del Nord, che la battaglia che facevamo è per un’Italia più moderna, solo che, a differenza loro, vogliamo un’Italia moderna, ma unita”.