Festival di Sanremo: scopriamo chi è il giovane rapper Geolier
E’ arrivato secondo al festival di Sanremo dietro ad Angelina Mango nonostante abbia ottenuto il 60% dei voti dal pubblico di casa. Purtroppo il regolamento della kermesse attribuisce pari valore alle altre due giurie, cioè alla Sala Stampa dell’Ariston e a quella composta dalle Radio. Su quanto accaduto la Rai ha annunciato che farà una riflessione sul sistema di voto che stabilisce il vincitore del Festival di Sanremo. Bastano queste poche parole per capire che qualcosa è andato storto nel meccanismo che ha decretato la vittoria di Angelina Mango . Ancora una volta, come già successo in passato, è il criterio che stabilisce il vincitore a suscitare perplessità. Come è possibile, si chiedono in tanti, non solo i fan di Geolier, che un cantante che ha ottenuto migliaia di preferenze nel televoto non abbia vinto il Festival e ha perso perché 200 giornalisti hanno deciso di far vincere un altro. Purtroppo a Sanremo ogni voto dei giornalisti vale migliaia di preferenze del televoto. Ma cerchiamo di conoscere chi è Geolier nella vita. Un suo profilo è stato tracciato stamattina dal il “Messaggero”. Ecco che cosa si apprende dal suo sito web.
“Geolier, quando ha telefonato a casa dopo la vittoria nella sezione delle cover il padre Vincenzo gli ha detto: “Vabbuò, ma hai mangiato?” – Titola l’articolo “Il Messaggero” che poi continua tracciando il profilo del giovane rapper partenopeo – “Il vero nome Geolier è Emanuele Palumbo e a cinque anni fu stregato da un album di 50 Cents. Cresciuto ascoltando i Club Dogo e i Co’Sang di Luchè (che ha portato sul palco nella serata delle cover), ha scritto il primo brano a 12 anni e, come tanti rapper, si è fatto le ossa con le gare di freestyle. Poi Emanuele è diventato Geolier, parola francese per secondino, come vengono chiamati gli abitanti di Secondigliano. Il quartiere in cui è cresciuto, uno dei più difficili di Napoli, gli ha dato un’impronta molto forte: «Per me questo non è lavoro, il lavoro è altro. Io arrivo da Secondigliano, a 7-8 anni lavoravo a casa a montare viti e bulloni». Alla serata delle cover è arrivato primo (tra fischi e polemiche) e ha raccontato: «Mio padre Vincenzo che mi ha insegnato tutto, mi ha chiamato e ha detto: `il primo posto, vabbuò, ma hai mangiato?´ Nelle interviste Geolier racconta appunto di aver sempre lavorato, anche quando andava a scuola. Per il rap decide di mollare sia gli studi sia il lavoro che aveva, in una fabbrica di lampadari: «Per mio padre era inconcepibile, non capiva». Ma il dado è tratto: il suo primo singolo esce nel 2018, si chiama «P Secondigliano», realizzato insieme a Nicola Siciliano. Seguono altri singoli e poi nel 2019 Geolier firma con l’etichetta di Luchè, di nuovo figura importante nella sua vita. Nel suo album di debutto, «Emanuele», le collaborazioni sono già di alto livello, fra Emis Killa, Guè e lo stesso Luchè. L’album viene certificato disco di platino, le collaborazioni continuano e il suo nome cresce. «Il coraggio dei bambini» è la svolta definitiva e ora, con Sanremo, arriva la consacrazione al pubblico nazionalpopolare. Ma ancora prima della enorme popolarità data dalla sua presenza all’Ariston, dov’è stato accompagnato dalla fidanzata, Valeria (la content creator VD’A), presente al Festival con lui, Geolier aveva già messo a segno un altro gol senza precedenti: a giugno sarà il primo artista in assoluto a esibirsi per tre concerti allo stadio Diego Armando Maradona di Napoli: due date, il 22 e il 23 giugno, sono già esaurite da tempo (ci hanno messo meno di 48 ore). Resta posto per la terza, il 21 giugno, accompagnata da altri appuntamenti estivi nei principali festival italiani.