Gaza la strage continua, 800 funzionari UE e USA accusano Israele. Il WWF aveva chiesto ai comuni della Costiera un documento

Gaza la strage continua, 800 funzionari UE e USA accusano Israele. Il WWF aveva chiesto ai comuni della Costiera un documento . Siamo un giornale locale e i nostri lettori si aspettano , nel bene e nel male, con le cose belle e brutte che facciamo, anche con tanto lavoro e impegno nel cercare di informare, notizie della Costiera amalfitana e Penisola sorrentina. La cosa che sconcerta a noi di Positanonews è il bagno di sangue che sta avvenendo a Gaza, una strage imparagonabile a quello che avviene da parte della Russia in Ucraina, guerra che ha visto schierarsi contro Putin tutto l’occidente, ed invece qui c’è il silenzio delle istituzioni e, in parte, anche della stampa, la condanna a questo punto dovrebbe essere ferma e senza dubbi, invece poco o niente. Abbiamo saputo che già molte settimane fa il Presidente del WWF Terre del Tirreno Claudio d’Esposito aveva inviato una lettera con la quale chiedeva una presa di posizione contro la guerra ai vari sindaci dell’area da Sorrento ad Amalfi, ma nessuno ha risposto.

Gaza strage bambini

Qualcosa sembra muoversi comunque Più di 800 tra diplomatici e funzionari di Stati Uniti, Unione Europea e Regno Unito hanno sottoscritto un documento “transatlantico” in cui accusano Israele di “gravi violazioni del diritto internazionale” nell’ambito della guerra nella Striscia di Gaza a seguito dell’attacco di Hamas del 7 ottobre. I firmatari, anonimi per il timore di ritorsioni politiche, chiedono ai rispettivi governi una reazione più decisa ai crimini di Tel Aviv, accusata di genocidio alla Corte Internazionale di Giustizia. Altrimenti, scrivono i diplomatici, c’è “il rischio di rendersi complici di una delle più gravi catastrofi umanitarie del secolo”: fino, potenzialmente, a scenari di “pulizia etnica e genocidio”.

Il testo – intitolato “Transatlantic Civil Servants Statement on Gaza” – costituisce il primo documento pubblico in cui alti funzionari delle nazioni storicamente più vicine a Israele accusano apertamente non solo Tel Aviv, ma anche i rispettivi governi per il sostegno alle operazioni militari nella Striscia di Gaza. I firmatari affermano che è loro dovere, come funzionari pubblici, contribuire a migliorare la politica e lavorare nell’interesse delle loro nazioni, nella convinzione che i loro governi debbano cambiare direzione sulla guerra. I firmatari, inoltre, affermano di aver espresso preoccupazioni attraverso canali interni ma di essere stati ignorati.

“Le attuali politiche dei nostri governi indeboliscono la loro posizione morale e minano la loro capacità di difendere la libertà, la giustizia e i diritti umani a livello globale”, si legge nella lettera. Viene chiesto di “usare tutti i mezzi necessari, inclusa la fine dell’appoggio militare, per assicurare un cessate il fuoco duraturo e un pieno accesso umanitario a Gaza, il rilascio di tutti gli ostaggi e lo sviluppo di una strategia per la pace duratura che includa uno Stato palestinese sicuro e garanzie per la sicurezza di Israele, in modo che un attacco come quello del 7 ottobre e un’offensiva a Gaza non accadano mai più”.

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