GRUPPO TEATRALE ” ‘ A CHIORM’ ” “QUARAESEMA, teseca teseca…” 2024

17 febbraio 2024 | 17:13
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GRUPPO TEATRALE ” ‘ A CHIORM’ ” “QUARAESEMA, teseca teseca…” 2024

Perché posizionare un fantoccio vestito di nero ad un balcone del Casale? Chi rappresenta questo personaggio?

Esso rappresenta la “QUARAESEMA” , vecchia, scarna e triste, che vuole essere la moglie di CARNEVALE, morto alla fine del martedi grasso per essersi troppo dato ai bagordi della tavola e del buon vino, e per questo vestita di nero in segno di stretto lutto.

Un tempo i nostri rioni erano pieni di questi fantocci appesi alle finestre ed ai balconi, sicuramente in forma e dimensioni più piccole e meno esagerate di questa, che avevano il compito di segnare il tempo di Quaresima…essa era il calendario di questo periodo di astinenza e digiuno. Questa vecchina portava appesa alla sua veste una patata con 7 penne, le sette domeniche di questo periodo. C’è chi sostiene che 6 di queste penne dovessero essere bianche ed una nera, quella della Settimana Santa, mentre altri sostengono il contrario: 6 penne nere, per le settimane di Quaresima ed una bianca per indicare la domenica di Pasqua. Ad ogni domenica una penna va tolta dal tubero fino a giungere all’ultimo giorno di Quaresima nel quale, tolta l’ultima penna, il fantoccio, in alcune zone campane, va incendiato per significare la fine di questo mesto periodo di attesa e di astinenza. A proposito di colore delle penne del nostro fantoccio, nel libro di Enzo Avitabile “Antichi proverbi napoletani- Modo di dire, citazioni, poesie e canzoncine” cosi leggiamo: ” Durante il periodo della quaresima, era in uso in certi quartieri popolari di Napoli mettere esposto un fantoccio di cenci appeso ad un filo teso fra due balconi sotto cui era sospesa una grossa patata od un’arancia con sette penne delle quali cinque nere una bianca e nera o grigia, ed una tutta bianca. Le prime cinque venivano strappate una per volta nelle cinque domeniche, la bianca e nera la domenica delle Palme, e l’ultima a Pasqua assieme al fantoccio in mezzo all’accensione di in nutrito fuoco pirotecnico. A questo fantoccio i fanciulli dedicavano il seguente canto.

Quaraesema secca secca

Se magnai’ ‘e pacche secche

Le ricette rammene una

Me menaie lu trapenaturo:

Le ricette rammene n’ata

Me menaie ‘na zucculata.”

A questa figura im gramaglia si ispirava, anche dalle parti nostre, una filastrocca, che i bambini mandavano a memoria, che così recitava: ” QUARAESEMA teseca teseca, levate ‘a sotto ca io te cresemo…” Qualcun altro invece canta: ” QUARAESEMA, pesula, pesula…”

Spesso il fantoccio della Quaraesema portava in grembo un cesto con la lana ed alle mani il fuso, per indicare l’importanza di non sprecare il tempo nella propria vita, ma di dedicarlo.alla laboriosità ed all’operosità.

Il locale gruppo teatrale ” ‘ A CHIORM’ ” , a difesa delle proprie origini e tradizioni, da qualche anno con iniziative simili,vuole tentare di far rivivere questa antica e popolare usanza da tramandare alle nuove generazioni per far conoscere le origini del nostro popolo, che sono importantissimi semi della nostra Storia.

Quest’anno la QUARAESEMA sta appesa al balcone in bella vista, per attirare maggiore ‘attenzione sul suo antico essere.

Questa iniziativa fa parte di un progetto più ampio intitolato:

COLORIAMO il TEMPO del CASALE con le sfumature della nostra TRADIZIONE.

Argomento collegato a questo EVENTO:

” LE ANTICHE PIETANZE scomparse dalle nostre TAVOLE”

Seguiteci nei nostri appuntamenti già da stasera, 17 febbraio ore 18,45 perché in Piazzetta Santa Caterina Volpicelli sveleremo il nostro fantoccio e strapperemo la prima penna.

Generico febbraio 2024