Inchiesta Alfieri, il presidente: “Sono sereno. Giobbe rispetto a me era isterico”
“Attività normali che io affronto con grande serenità e tranquillità. Credo nella Costituzione“. All’indomani del caso che ha interessato il presidente della Provincia di Salerno Franco Alfieri ha espresso fiducia nel lavoro degli organi competenti. Il caso riguarda l’inchiesta per concorso in corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio.
“Il cielo sereno non teme tempesta“. Si è lasciato andare a un lapidario commento sulla situazione il presidente di palazzo sant’Agostino Franco Alfieri. I fatti risalgono alla giornata di martedì, quando al politico è stato notificato il decreto di perquisizione e sequestro a firma del pm Alessandro Di Vico, eseguito dai finanzieri del Gruppo di Eboli (tenente colonnello Massimo Otranto), in compagnia dei colleghi del Nucleo di polizia economico-finanziaria (colonnello Claudio Molinari) del Comando provinciale (colonnello Oriol De Luca).
Sotto indagine anche i salernitani Vittorio De Rosa (classe ’58) e Alfonso D’Auria (’71), il rappresentante legale e l’intermediario della “Dervit” di Roccadaspide, Elvira Alfieri (’37) di Torchiara, parente del sindaco e titolare della “Alfieri impianti”, l’ingegnere paganese Carmine Greco (’63) ed il 26enne agropolese Andrea Campanile, staffista di lungo corso.
“La perquisizione è un mezzo di ricerca della prova“, ha commentato Franco Alfieri. “Sono paziente, Giobbe al confronto era un isterico“. “Non mi posso consentire distrazioni – continua -, stiamo lavorando alacremente sui territori. Ieri ero all’inaugurazione di un ponte ad Angri, poi ho avuto una riunione nelle vesti di Sindaco di Capaccio sul tema dei randagismi. Lavoro con grande serenità, devo dar conto alla fiducia dei cittadini e ho fiducia nella magistratura e gli organi che fanno il proprio mestiere“.
“La verità trionferà sempre. Credo nella Costituzione, so che possono capitare queste cose, già mi è accaduto“, chiosa Alfieri.