Ivonne, il carretto dei gelati e Maiori: “pedalo, lavoro e vivo per il mare”

4 febbraio 2024 | 19:12
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Ivonne, il carretto dei gelati e Maiori: “pedalo, lavoro e vivo per il mare”

Ivonne lentamente esce dal “letargo” e percorre chilometri con il suo carretto di gelati e limonate. Le prime “uscite” e pedalate dell’anno il venti gennaio scorso. Da otto anni conosce il lungomare di Maiori come nessuno. “Faccio il lavoro più bello che potessi immaginare. Vedo tanta gente, il mare e il sole. Per di più mi tengo anche in forma”. Già, perché pedala tanto. E si porta il peso di cinquecento chili del solo carretto, ai quali vanno ad aggiungersi gelati, limoni, vaschette e altro materiale che fanno altri cinquanta chili. Lavoro e palestra in un unico percorso per lei laureata in Polonia in scienze motorie. “La limonata a cosce aperte è di certo la più richiesta. E’ nel 1700 che nasce questa tradizione nei quartieri poveri di Napoli”. Lavoro e produzione sono nelle sue mani. A corso Reginna c’è il laboratorio, la strada apre alle vendite. “Adoro la mia attività perché non ho un padrone e vado dove voglio”. Durante l’inverno l’attività richiede solo quattro ore. Cambia tutto invece d’estate. “La stagione calda la preferisco – prosegue Ivonne- lavoro fino a venti ore al giorno. E non mi stanco mai”. Occhi azzurri, capelli biondi e una cultura che va ben oltre quella della strada. Le antiche ricette della ex suocera da custodire, una marcia in più nei rapporti con le persone e il sorriso sempre ad accogliere tutti. “Mi chiamano il Carabiniere del lungomare, perché quando vedo confusione metto tutti in riga”. Gentile, ma anche risoluta all’occorrenza.

Racconta che qualche anno fa una giovane maestra, da poco a Maiori, volle fortemente conoscerla. “Gli alunni – racconta Ivonne con orgoglio – scrissero in un tema che il gelato più buono di Maiori era quello del carretto del lungomare”. Ivonne non ama svelare la sua età. “Non la dico a nessuno, cosa cambia?”
Sono quasi le sette di sera, raccoglie coni, buste e limoni e si avvia verso il laboratorio. Un ultimo sogno lo confessa con gli occhi lucidi. “Vorrei una casa vista mare”. Il mare, che l’accompagna sette giorni su sette quando non piove, è il suo orizzonte. Ogni tanto va in Polonia a trovare gli anziani genitori. Ma oggi la sua casa è Maiori.