Le torture, il ruolo della figlia e le confessioni: La tragica ricostruzione della strage di Altavilla Milicia
Le torture, il ruolo della figlia e le confessioni: La tragica ricostruzione della strage di Altavilla Milicia
Nel tranquillo scenario di Altavilla Milicia, in provincia di Palermo, si è consumata una terribile tragedia che ha sconvolto la comunità locale. La scoperta dei cadaveri di Antonella Salamone, 41 anni, e dei suoi due figli, Kevin ed Emanuel di 15 e 5 anni, ha scosso profondamente il paese. Il responsabile di questa strage è emerso essere il marito e padre, Giovanni Barreca, 54 anni, coadiuvato da due complici, Sabrina Fina e Massimo Carandente.
La cronologia degli eventi ha inizio nella notte tra sabato 10 e domenica 11 febbraio, quando Barreca, in una chiamata al 112, confessò di aver ucciso la moglie e i due minori. Le forze dell’ordine si sono immediatamente recate nell’abitazione della famiglia, facendo una scoperta agghiacciante. Gli inquirenti hanno rivelato che Antonella Salamone, Kevin ed Emanuel Barrecca sarebbero stati torturati per giorni prima di perdere la vita.
La conferenza stampa organizzata dal procuratore della Repubblica di Termini Imerese, Ambrogio Cartosio, ha cercato di gettare luce sulla dinamica degli eventi. La figlia 17enne della coppia è attualmente in stato di fermo per omicidio pluriaggravato e occultamento di cadavere. Il procuratore ha sottolineato che la giovane è coinvolta nella vicenda in modo diretto, partecipando attivamente alle atroci torture inflitte alla madre e ai fratelli.
La storia si intreccia con il mondo del fanatismo religioso, poiché Barreca è descritto come un individuo dominato da una fervente religiosità mistica. Nel mese di gennaio, avrebbe conosciuto i presunti complici, Sabrina Fina e Massimo Carandente, attraverso i social network, condividendo con loro il suo estremo fanatismo.
La conferenza ha rivelato che la famiglia Barreca viveva convinta della presenza di demoni nella propria abitazione, spingendoli a compiere esorcismi che, purtroppo, si sono trasformati in torture fisiche inflitte alle vittime. Gli oggetti utilizzati per perpetrare gli atti criminali includono catene, arnesi da camino e fili elettrici, ritrovati nella villetta di Altavilla Milicia.
La testimonianza della figlia sopravvissuta è stata fondamentale per la ricostruzione dei fatti, ma anche devastante per la sua drammaticità. La giovane ha raccontato degli orrori subiti dalla madre e dai fratelli, rivelando il coinvolgimento attivo sia suo che del fratello di 15 anni nelle torture inflitte alla famiglia.
Giovanni Barreca, Sabrina Fina e Massimo Carandente sono stati arrestati con l’accusa di omicidio plurimo e soppressione di cadavere. Nel corso dell’udienza di convalida, i tre indagati hanno scelto di non rispondere alle domande. Nonostante le dichiarazioni di innocenza da parte degli avvocati della coppia, gli inquirenti non nutrono dubbi sul coinvolgimento di tutti e tre nei crimini orribili perpetrati ad Altavilla Milicia.
La comunità locale è sotto shock, e la storia continua ad evolversi mentre gli inquirenti cercano di comprendere appieno le motivazioni dietro questa strage senza precedenti. La tragedia di Altavilla Milicia rimarrà un segno indelebile nella memoria della comunità, richiamando l’urgenza di affrontare il problema del fanatismo religioso e la necessità di prevenire simili orrori in futuro.