Ospedale di Sorrento nel caos, mentre la rianimazione è ancora chiusa. Medici e infermieri eroi a lavorare in queste condizioni

Ospedale di Sorrento nel caos, mentre la rianimazione è ancora chiusa. Medici e infermieri eroi a lavorare in queste condizioni.  Una situazione che non può non destare seria preoccupazione per lo stato di assistenza sanitaria in penisola sorrentina a cui si aggiunge il problema della mancanza di personale. Una criticità che grava sull’efficienza di un ospedale che rappresenta un punto di riferimento non solo per la penisola sorrentina ma anche per la vicina costiera amalfitana.

Pazienti in barella per giorni, prima di essere accolti nelle camere dell’ospedale Santa Maria della Misericordia di Sorrento o altrove. Pazienti che stazionano all’interno di autombulanze o in sala d’attesa. Questo è quello che registra Positanonews ma anche le altre testate giornalistiche che seguono la Terra delle Sirene. Ora a denunciare la situazione è un medico stimato che ha visto il problema sulla sua pelle con la madre.

“Lancio questo appello – afferma Marialaura Gargiulo – affinché si possa realizzare una sanità adeguata ai cittadini e ai turisti che affollano il nostro territorio e potenziare quello che abbiamo, cercando di riaprire al più presto la rianimazione e di aumentare personale e risorse. I giovani medici, anche locali, disertano i concorsi e preferiscono andare altrove, chiediamoci perché”.

La sua esperienza è di qualche settimana fa, lei così lo racconta. “Sono un medico di base, una cardiologa che esercita da quasi 40 anni – le sue parole -. Questa volta scrivo come figlia di una paziente che, a seguito molto probabilmente di un Covid misconosciuto, in pieno benessere, ha avuto una crisi respiratoria dovuta a una grave polmonite bilaterale. È stata prontamente soccorsa, avrebbe avuto bisogno di un ricovero in rianimazione per il monitoraggio e per la criticità ma il reparto è chiuso da mesi, o essere trasferita in ambiente pneumologia. Alla fine è stata ricoverata in medicina d’urgenza dove ho trovato massima disponibilità della primaria, del personale medico e paramedico, il cui lavoro è aumentato per la presenza di molti casi. Lì c’è l’interdizione al reparto per gli esterni, chiaramente per tutela degli ammalati, quasi tutti molto complessi e non autosufficienti”.

“In questi giorni ho visto chi cerca soluzioni altrove, chi urla, chi cerca di cavarsela in ogni modo e da medico, da figlia, da cittadino e da potenziale paziente voglio lanciare un appello ai sindaci, ai politici, ai colleghi, alle associazioni e a chi voglia portare avanti questa voce: una parola per l’ospedale unico, non entro in merito alle ultime decisioni, di sospenderne la costruzione, non sono un tecnico, anche se ritengo necessaria la sua realizzazione nei modi corretti – conclude Gargiulo -. Ma anche se fosse costruito ci vorrebbero 10 anni per andare a regime. I cittadini della penisola sorrentina hanno bisogno ora di un ospedale con personale adeguato, con macchinari, con reparti per questi casi. Vi prego agite, risolviamo il problema, in estate la nostra popolazione triplica e non si può andare avanti così. Per noi cittadini, per il personale sanitario”.

Una vera beffa la vicenda della riaminazione a Sorrento che, secondo il comunicato dell’Asl, doveva aprire a gennaio e ieri ci sarebbe dovuta essere l’inaugurazione. Ovviamente non è stato così ed il reparto è ancora chiuso.
Intanto in una riunione svoltasi a Torre Annunziata sembra si sia discusso anche dell’ospedale di Vico Equense e, stando alle “voci di corridoio”, non solo non verrà riaperto il Pronto Soccorso ma potrebbe chiudere anche il reparto di Chirugia. Ovviamente le notizie sull’ospedale di Vico Equense sono semplici “voci” e non vi è nessun comunciato ufficiale. E speriamo che siano mere supposizioni prive di fondamento.
Purtroppo il quadro sulla stato di “salute” della sanità pubblica in penisola sorrentina continua a non essere rassicurante, con prospettive inaccettabili di ulteriori tagli e delocalizzazioni, e con criticità mai completamente superate.

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