Piano di Sorrento, il racconto del Prof. Ciro Ferrigno: “Prufesso’, ‘a preghiera….”
5 febbraio 2024 | 16:44
Piano di Sorrento. Riportiamo il racconto del Prof. Ciro Ferrigno dal titolo “La tormenta di neve”. Un bellissimo ricordo legato ad uno dei suoi numerosi viaggi alla scoperta delle bellezze dell’Italia nei suoi 50 anni di gite: «
PRUFESSO’, ‘A PREGHIERA…
La mia prima volta a Lourdes fu nel luglio del 2009. Organizzai un viaggio a tappe, perché fosse più fattibile e comodo. Sostammo tre giorni a Sanremo, presso l’Hotel Lolli Palace sul Corso Imperatrice, presso la Chiesa Russa ed il Casinò Municipale; in quegli anni era l’albergo dei cantanti che partecipavano al Festival. Al quarto giorno, dopo colazione, di mattina presto partimmo alla volta di Lourdes, eravamo emozionati e felici. Decidemmo di dire un’Ave Maria ogni cento chilometri e, negli ultimi il Rosario, affidando la parte dell’enunciazione dei Misteri alla professoressa Emma Iacono.
Avevamo un autista ateo in maniera convinta. I Mastro gli avevano chiesto un bottiglietta di acqua della Madonna e mi disse che avrebbe portato loro quella del rubinetto di casa. Comunque non mancò di fare la sua parte, doveva avvisarmi, ogni volta che si compiva un nuovo centesimo chilometro. Si volgeva a me e diceva: “Prufessò, ‘a preghiera”, oppure “Prufessò ‘nce simmo, n’atu ciento” oppure semplicemente “Prufessò, l’Avummaria!” . Macinavamo i chilometri percorrendo mezza Francia e facemmo la sosta per il pranzo nella magnifica Carcassone, città medievale che è rimasta uguale nei secoli, con la cinta delle mura, le torri e le chiese gotiche.
Dopo tredici ore di viaggio, alle otto di sera eravamo a Lourdes e all’Hotel Astoria Vatican la cena era pronta. Subito dopo, il tempo di lavarci le mani e il viso e corremmo alla Grotta di Massabielle. La penombra, l’ora tarda rendevano l’ambiente surreale; era in corso la celebrazione della Messa di rito greco- ortodosso e cantavano in coro alla luce delle candele. Quando poi calava il silenzio si sentiva poco distante il fluire del fiume Gave e pure sembrava una musica d’organo. In nessun posto al mondo la presenza della Madonna è così percepibile come in quel luogo, dove tu preghi nella maniera più spontanea e naturale e ti rivolgi alla Vergine senza intermediari e senza le frasi di circostanza. Piegarsi sulle ginocchia fino a toccare la terra è un atto che viene da dentro e ripete quello della piccola Bernadette.
Restammo tre giorni a Lourdes alternando la partecipazione alle celebrazioni e ai riti, con escursioni nei dintorni, perché la cittadina si trova in una zona geografica di grande bellezza, nel cuore dei Pirenei. Il momento più suggestivo era senza dubbio la fiaccolata serale, quando una lava di fuoco percorreva i viali attigui al Santuario, cantando e pregando in tutte le lingue. Proprio nei giorni della nostra permanenza ci fu un miracolo abbastanza importante, del quale venimmo a conoscenza alcuni giorni dopo, dai giornali. In quei giorni fui letteralmente soggiogato dal misticismo della Grotta e non volli visitare null’altro tutto intorno. In verità, le cose più grandi al mondo poi diventano piccole e si riassumono in poco. A Lourdes: la Grotta della Vergine Immacolata e l’Acqua dei miracoli, e vi ascolti dentro il Magnificat e quella voce che, pur non credendo ripete, martellando: “Prufessò, ‘a preghiera!”
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