Premio alla carriera per la gallerista Lia Rumma con cerimonia all’Arte Fiera di Bologna. Un’occasione per ricordare Amalfi, centro dell’arte internazionale negli anni ’60.
Assegnato ieri a Lia Rumma, fondatrice dell’omonima galleria d’arte con sedi a Napoli e Milano, il “Premio 2023 alla carriera“, attribuito dal Consiglio direttivo dell’Associazione nazionale gallerie d’arte moderna e contemporanea (Angamc).
Lia Rumma viene premiata “per il suo appassionato e costante lavoro di ricerca, sperimentazione e promozione degli artisti e dell’arte contemporanea e per la qualità della proposta espositiva che, in oltre cinquant’anni di attività e straordinario impegno, hanno confermato l’importanza del ruolo del gallerista nel diffondere la cultura dell’arte nel mondo”.
Negli anni ’60, Lia con il marito Marcello Rumma, due giovani collezionisti di Salerno, sono stati promotori di mostre ed eventi per un’intera generazione di nuovi artisti, e nell’arco di un decennio sponsorizzarono ed organizzarono importanti rassegne, che assunsero un valore storico nell’evoluzione dell’arte italiana del secondo Novecento.
Nel 1970 a seguito della morte prematura di Marcello Rummo, fulmineamente si interrompe anche questo fermento.
Dopo un anno di smarrimento, Lia Rumma, che sin dall’inizio lo aveva seguito in quell’avventura, si trasferisce a Napoli, dove apre nel 1971 la sua galleria, inaugurata con la personale di Joseph Kosuth, oggi considerato uno dei grandi maestri dell’Arte Concettuale.
Nel 1999 a Milano nel quartiere di Brera, inaugura la seconda galleria, con la personale di Enrico Castellani, una delle figure di rilievo dell’arte europea della seconda metà del Novecento.
Il resto è storia…
Questo premio a Lia Rumma, è l’occasione per ricordare gli incredibili eventi amalfitani, che costituiscono un importante tassello nella storia dell’arte internazionale: “arte povera più azioni povere“, organizzata ad Amalfi nel 1968 dal Centro Studi Colautti di Salerno promosso da Marcello Rumma, e curata da Germano Celant, che aveva già allestito la prima mostra di Arte povera nella Galleria La Bertesca a Genova nel 1967, pubblicando il manifesto teorico “Arte povera. Appunti per una guerriglia”, novembre 1967, Flash Art).
Di quell’evento Lia Rumma, in una bella intervista rilasciata a TGR Campania nel 2022, in occasione della donazione “Lia e Marcello Rumma” al Museo e Real Bosco di Capodimonte. La notizia fece subito il giro del mondo, infatti il direttore Sylvain Bellenger dichiarò: “Questi galleristi e collezionisti hanno scritto la storia dell’Arte Contemporanea in Italia. Hanno intuito nel loro tempo i profondi messaggi che l’arte introduce sempre nelle nostre vite e nel mondo che ci circonda”.
La famosa collezionista ha selezionato settanta opere di una trentina di artisti italiani contemporanei dagli anni Sessanta a oggi, con un focus dedicato all’Arte Povera.
Nell’intervista Lia Rumma ricorda i momenti irripetibili e l’atmosfera di comunità ad Amalfi: “Ho visto e partecipato a tante altre mostre nel mondo ma quello è stato un momento unico: eravamo tutti giovani, si lavorava insieme di giorno e la sera ci si godeva il bellissimo mare amalfitano”.
La mostra di Amalfi costituì il primo importante momento di internazionalizzazione degli artisti degli anni sessanta, in cui protagonisti dell’arte concettuale, del postminimalismo e della Land Art si incontrarono, anticipando importanti mostre, che in anni successivi si tennero a Berna, Londra ed Amsterdam.
Quella di Amalfi può quindi, considerarsi di fatto, la prima mostra di Arte povera tenutasi in uno spazio pubblico.
Tra i protagonisti: Giovanni Anselmo, Alighiero Boetti, Luciano Fabro, Jannis Kounellis, Mario e Marisa Merz, Giulio Paolini, Pino Pascali, Michelangelo Pistoletto, Emilio Prini, Gilberto Zorio, Piero Gilardi.
La rassegna di Amalfi incluse anche altri artisti quali Ableo, Paolo Icaro, Pietro Lista, Gino Marotta, Gianni Piacentino, ed artisti europei come l’inglese Richard Long e gli olandesi Jan Dibbets e Ger van Elk, anche con una serie di opere di natura processuale, insieme ad azioni, happening e performance.
Alcune delle figure più importanti del momento si riunirono a discutere le nuove forme e possibilità dell’arte e del suo sistema: Marcello Rumma e Germano Celant con Achille Bonito Oliva, Gillo Dorfles, Piero Gilardi, Filiberto Menna, Angelo Trimarco e Tommaso Trini, animarono un’assemblea che rifletteva sul ruolo della critica, in un contesto artistico in rapida mutazione.
Tutto ciò testimonia l’eccezionale momento storico che vide riunite le creatività di alcuni tra i maggiori artisti e intellettuali che hanno rivoluzionato l’arte contemporanea a livello internazionale, tanto che la critica oggi riconosce l’evento amalfitano, “arte povera più azioni povere”, come una tra le prime mostre collettive più importanti tenutesi in Europa.
Nel 2018 il Philadelphia Museum of Art ha presentato la rassegna Arte Povera: Homage to Amalfi ’68, curata da Carlos Basualdo e Erica Battle, e nel 2019 il Museo Madre di Napoli, si e tenuta una mostra su Marcello Rumma a cura di Andrea Viliani e Gabriele Guercio.