Salerno, crolla il commercio al dettaglio e aumentano alberghi, bar e ristoranti

Salerno, crolla il commercio a dettaglio e aumentano alberghi, bar e ristoranti .  Una tendenza che secondo noi si conferma, e forse accentua, anche nella nostra Costiera amalfitana e Penisola sorrentina . Fra il 2012 e il giugno dello scorso anno, nella città di Salerno, «sono sparite 509 imprese del commercio al dettaglio, mentre si registra un aumento di 141 attività di alberghi, bar e ristoranti». A rilevarlo è il presidente di Confcommercio Salerno, Giovanni Marone, nell’analisi dell’Ufficio Studi Confcommercio sulla demografia d’impresa nelle città italiane, effettuata in collaborazione con il Centro Studi delle Camere di Commercio “Guglielmo Tagliacarne”, da cui emerge che, «a Salerno, nel 2012, c’erano 300 imprese del commercio al dettaglio nel centro storico e 1.903 non nel centro storico. Nel 2023, sono calate fino a diventare 220 nel centro storico e 1.474 non nel centro storico». In Italia, tra il 2012 e il 2023, hanno chiuso oltre 111mila negozi al dettaglio e 24mila attività di commercio ambulante.
Sono, invece, in crescita le attività di alloggio e ristorazione (+9.800). La riduzione di attività commerciali è più accentuata nei centri storici rispetto alle periferie, sia per quel che riguarda il Centro-Nord che per il Mezzogiorno.
«In questo momento – analizza Marone – i piccoli artigiani hanno chiuso bottega, vuoi per anzianità perché c’è stato un ricambio generazionale che, purtroppo, non ha trovato una giusta successione; vuoi perché, sicuramente, c’è una crisi del commercio». «L’artigiano – constata il leader di Confcommercio Salerno – è sempre meno seguito, meno apprezzato, a favore delle grandi griffe e dei grandi negozi. Quando, poi, si parla di grandi negozi c’è il limite dei centri commerciali che, oggi, la fanno da padrona. Ecco perché ritengo che sia un cane che si morde la coda». Ad ogni modo, per Marone, «i dati di Confcommercio rappresentano un segno tangibile della crisi che sta attraversando il commercio. E, spesso, all’interno del mondo del commercio, non si riesce a fare sistema perché questa cosa possa essere, in qualche modo, superata». «Penso – aggiunge – all’organizzazione di motivi di aggregazione nel mondo del commercio, finalizzati a creare un interesse, per il cittadino, a fare shopping. Noi, come associazione, ci adoperiamo a creare iniziative. Però, è necessaria anche una mano da parte dei commercianti stessi». Tra i motivi di tante serrande abbassate nella city, Marone richiama anche quello dei prezzi che definisce «molto cari» degli affitti dei locali commerciali. «Già versiamo in un momento di grande difficoltà economica per l’incremento del costo delle materie prime – constata il presidente dell’associazione di categoria – poi, anche i prezzi degli affitti sono arrivati alle stelle».
Per Marone, non c’è una sola possibile soluzione, ma «più soluzioni» per frenare la desertificazione commerciale della città. E spiega: «Un’attenzione da parte dei proprietari di immobili, almeno all’inizio della locazione, affinché i commercianti possano essere “accompagnati” nell’avvio dell’attività. Poi, da un altro lato, un’economia di scala attraverso anche dei consorzi di acquisto delle materie prime. E, poi, ancora, la ricerca della giusta iniziativa che possa essere trainante per il commercio. Tutte le iniziative non sono mai sufficienti. E lo vediamo dai dati perché il commercio continua ad arrancare». Perciò, «siamo sempre alla ricerca di un’iniziativa – sottolinea – che possa determinare un flusso di persone per un periodo di tempo in città. Per capirci, un’iniziativa in stile Luci d’Artista, un evento che ha la capacità di calamitare sempre più gente che viene a Salerno ad apprezzare le luminarie salernitane. E questa cosa fa sì che, per un periodo dell’anno, gli italiani vengano a Salerno a fare shopping».

Commenti

Translate »