Sant’Agnello, aggredì il Presidente del WWF Claudio d’Esposito: Interdittiva antimafia per la ditta di Langellotto

Sant’Agnello, aggredì il Presidente del WWF Claudio d’Esposito: Interdittiva antimafia per la ditta di Langellotto
Dopo l’arresto legato all’attacco subito dal presidente del WWF Terre del Tirreno Claudio d’Esposito, l’imprenditore Salvatore Langellotto si trova ora sotto il mirino delle autorità con l’emanazione di un’interdittiva antimafia. Il provvedimento, come riporta Dario Sautto de “Il Mattino”, è stato emesso recentemente dal prefetto di Napoli, Michele di Bari, che ha disposto la sospensione delle attività della ditta “Costruzioni Sant’Agnello srl“, di proprietà del 54enne residente proprio nella piccola località della Penisola Sorrentina. L’azienda è attualmente oggetto di una procedura fallimentare e durante le indagini condotte dalla Prefettura di Napoli è emerso che Langellotto è coinvolto come socio o dipendente in altre società, la maggior parte delle quali di proprietà di familiari stretti.

Il 54enne era finito agli arresti domiciliari due settimane fa, in ottemperanza a un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del tribunale di Torre Annunziata, Riccardo Sena, su richiesta della Procura composta dal procuratore Nunzio Fragliasso, l’aggiunto Giovanni Cilenti e il sostituto Antonio Barba. Langellotto è indagato per lesioni gravi aggravate dalle minacce in relazione al brutale attacco subito da Claudio D’Esposito, presidente del WWF Terre del Tirreno, avvenuto a Sant’Agnello il 26 marzo dello scorso anno.

Ieri, davanti al tribunale del Riesame di Napoli, è stata discusso l’istanza di revoca della misura cautelare e l’annullamento dell’ordinanza presentata dall’avvocato Antonio de Martino, difensore di Langellotto, che ha puntato sull’insistenza riguardo alla “totale inattendibilità della parte offesa“. Secondo l’accusa emersa dalle indagini dei carabinieri del nucleo investigativo del Gruppo di Torre Annunziata, Langellotto sarebbe responsabile del violento pestaggio ai danni di D’Esposito, noto attivista del WWF, accusato di aver causato perdite finanziarie attraverso le sue denunce a difesa dell’ambiente. Il tribunale del Riesame si riserva la decisione che verrà comunicata oggi.

Nel frattempo, per Langellotto è arrivata l’interdittiva prefettizia, che potrà essere contestata dall’imprenditore. Langellotto era precedentemente ritenuto affiliato al disciolto clan Esposito di Santa Maria la Carità, una sotto-organizzazione del clan Cesarano. A seguito di questi avvenimenti, ha scontato una condanna definitiva di quattro anni e mezzo, tornando poi ad operare come imprenditore. Tuttavia, il 25 maggio 2020 è stato oggetto di un agguato fallito, che ha portato a una condanna a quattro anni e mezzo in appello per tentato omicidio per Francesco Greco e Francesco Ventura, dipendenti di Guglielmo De Iulio, imprenditore di 41 anni di Castellammare, arrestato e poi rilasciato a luglio in quanto sospettato di essere il mandante, attualmente a rischio di processo.

Inizialmente investigato dalla Direzione distrettuale antimafia (Dda), il caso ha perso l’aggravante mafiosa e ora è stata completata l’indagine da parte della Procura di Torre Annunziata. Questo episodio ha anche portato allo scioglimento del Comune di Castellammare per presunte infiltrazioni della camorra, legate al rapporto tra De Iulio e l’ex sindaco Gaetano Cimmino.

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