Savoia Calcio: il principe Emanuele Filiberto di Savoia scrive al comune per la questione stadio

22 febbraio 2024 | 10:37
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Savoia Calcio: il principe Emanuele Filiberto di Savoia scrive al comune per la questione stadio

Come tutti gli amanti del calcio dilettantistico sanno il principe Emanuele Filiberto di Savoia è alla presidenza del Savoia Calcio, formazione di Torre Annunziata militante nel campionato di Eccellenza Campania, Girone A. Ciononostante, da un punto di vista sportivo le cose non vanno poi così tanto bene. Il Savoia Calcio naviga nei bassifondi della classifica (quartultimo posto)  e lotta per non retrocedere in “Promozione” alla fine di questa stagione. Come se non bastasse alla critica situazione sportiva si aggiunge poi la problematica legata alla mancata utilizzazione dello stadio “Giraud”. Lo stadio per essere utilizzato avrebbe bisogno di importanti lavori di manutenzione che al momento il comune, retto da un commissario straordinario, non riesce a garantire. Per questo il principe di Savoia, Emanuele Filiberto, nelle sue vesti di presidente del sodalizio oplontino e tutti i dirigenti della società a partire da Nazario Matachione, passando per Marcello Pica, Alfonso e Tina Santillo, Arcangelo Sessa, Francesco Servillo fino a giungere Raffaele Auriemma, preoccupati per la brutta piega che sta prendendo la questione, hanno deciso di inviare una missiva al comune per rappresentare la loro preoccupazione circa i ritardi che si stanno accumulando a riguardo del progetto di ristrutturazione dello stadio “Giraud”.

“È arrivato il momento da parte della politica e degli amministratori di spiegare alla cittadinanza di Torre Annunziata se, come e quando sarà possibile riaprire lo stadio Giraud. Ai commissari straordinari che stanno governando il Comune corre l’obbligo di appurare che il progetto tecnico sia stato scritto nel rispetto delle norme giuridiche e secondo i criteri sportivi richiesti dalle ambizioni di un club storico come il Savoia. Cioè, che sia conforme ai principi che permettano di iscrivere la squadra al campionato di serie C. A tal riguardo, l’unico politico che si è fatto fotografare sul campo di gioco nel tentativo di attribuirsi una primogenitura sulla riapertura del Giraud, ora ha il dovere di verificare se l’attività burocratica dell’ente Comune sarà tale da permettere la riapertura dei battenti all’inizio della prossima stagione. A noi risulta che no, il Giraud non sarà nella disponibilità del Savoia nemmeno per il prossimo campionato dilettanti. Ma la nostra vera preoccupazione è un’altra e riguarda il campo di gioco. Ai tecnici incaricati dei lavori vogliamo ricordare, ma certamente ne saranno a conoscenza, che il manto in erba sintetica esiste sia per la categoria dilettanti che per la serie C. Al Giraud, dove ricordiamo è stato realizzato per disputare la serie B, è necessario venga installato il manto erboso idoneo per la C. In caso contrario, amministratori e politici si prenderebbero la responsabilità di condannare Torre Annunziata alla disputa anche in futuro di campionati dilettanti. È arrivato il momento per il politico, che prima si immortala al Giraud e poi scappa quando con le nostre domande le acque si agitano, di chiedere lumi al Comune per poi rispondere alla popolazione con fatti concreti e non più con frasi di circostanza. Ha il dovere di farlo in quanto rappresentante dei suoi elettori, ma anche per sgombrare il campo dalle illazioni che motiverebbero il suo immobilismo con l’essere dello stesso schieramento politico al quale appartiene chi ha ricevuto l’incarico per l’adeguamento del progetto. Il nostro augurio è che siano date risposte ufficiali non solo a noi ma alla città, perché senza stadio non si può programmare. A prescindere da chi detiene il Savoia, senza uno stadio per il calcio professionistico, nessuno si sognerebbe mai di investire a Torre Annunziata. Un’altra società avrebbe già mollato, noi andiamo avanti nel bene o nel male, con lo stadio o senza stadio. Noi amiamo il Savoia e vogliamo credere in una soluzione positiva della questione “Giraud”, ma oramai non ci meravigliamo più di niente”.

La missiva è firmata da Emanule Filiberto di Savoia e da tutti gli altri dirigenti.