Scontri violenti davanti alla Rai: Protesta Pro-Palestina degenera in cariche della Polizia
Scontri violenti davanti alla Rai: Protesta Pro-Palestina degenera in cariche della Polizia
Questa mattina, un presidio pro Palestina davanti alla sede napoletana della Rai è degenerato in scontri violenti tra manifestanti e forze dell’ordine. La polizia ha caricato almeno tre volte il gruppo di circa 500 persone, provocando almeno due feriti con evidenti ferite alla testa, e colpendo anche un fotografo all’arcata sopraciliare.
Il presidio, organizzato da Potere al Popolo, era stato convocato per protestare contro la linea editoriale della Rai durante il festival di Sanremo e le trasmissioni ad esso collegate. Gli attivisti contestavano il comunicato dell’amministratore delegato dell’azienda, emesso dopo le polemiche tra il cantante Ghali e l’ambasciatore israeliano a Roma. Le richieste dei manifestanti includevano un immediato stop alle incursioni di Israele a Gaza.
La tensione è salita quando i manifestanti hanno cercato di avvicinarsi al cancello della sede Rai, chiedendo un incontro con qualche dirigente. In risposta, la polizia si è equipaggiata con tenute antisommossa, e pochi secondi dopo sono scattate le cariche.
Le cariche della polizia hanno generato momenti di caos e panico tra i manifestanti, mentre gli scontri fisici hanno lasciato almeno due persone ferite alla testa e un fotografo con una ferita all’arcata sopraciliare. Le immagini degli scontri hanno rapidamente circolato sui social media, suscitando indignazione e preoccupazione tra la popolazione.
Il presidio pro-Palestina era mirato a esprimere il dissenso nei confronti della gestione dell’informazione da parte della Rai e delle scelte editoriali legate al recente caso Ghali. Tuttavia, la situazione è sfuggita di mano quando le forze dell’ordine hanno reagito con cariche pesanti, intensificando la tensione e portando a un confronto fisico tra le parti.
La polizia è ora al centro delle critiche per la gestione degli scontri, mentre la Rai è chiamata a rispondere alle richieste degli attivisti e a riflettere sul proprio ruolo nella gestione delle controversie legate al conflitto israelo-palestinese. L’episodio evidenzia la necessità di un dialogo aperto e pacifico tra le istituzioni e la società civile per evitare situazioni di violenza e garantire la libertà di espressione e di protesta.
FONTE: NAPOLITODAY