Vico Equense ( Napoli ) Seiano News Non sono ancora trascorsi due mesi dal Santo Natale ed il meraviglioso Presepe del nostro borgo ancora accoglie gruppi di visitatori che si fermano incantati ad ammirare le splendide scene che l’arte e la pazienza dell’Emerito Priore dell’Arciconfraternita ha realizzato dal 1969, stimolato dal Parroco don Salvatore MARESCA che volle trasformare il Presepe da EVENTO occasionale in permanente, aiutato da fidati collaboratori quali Mario MARESCA, Giuseppe MERLINO, Enzo SAVARESE, Gaetano CHIACCHIO, Antonio RUGGIERO, Giuseppe ATTANASIO, Caterina PIRILLO, Antonino LEONE, Luigi ALBANO ed il Priore Salvatore VOLPE, decide quali nuovi personaggi inserire nelle sette scene (la pesca, la vendemmia, la pastorizia, il centro abitato, il borgo, la Natività e l’annuncio ai Pastori) che vengono costantemente rinnovate. Scene realizzate nel rispetto della prospetiva e delle proporzioni; personaggi che, a seconda delle dimensioni, vengono inseriti nella scena che, grazie alle fattezze ed ai gesti, danno la sensazione di una immagine tridimensionale della realtà,
Il periodo natalizio è finito e dopo pochi giorni dal Santo Natale abbiamo ricordato l’arrivo dei RE d’Oriente che a Gesù Bambino, che ha già compiuto due anni, portano oro, incenso e mirra ed avvertiti del pericolo al quale il piccolo Egli è esposto, ritornano nei loro paesi senza passare dall’ infanticida ERODE. Abbiamo ricordato la Sacra Famiglia … l’anno liturgico è terminato ed arriva l’anno successivo, ma non c’è alcuna frattura tra un anno liturgico e l’altro ma un forte legame: il due febbraio, nel quarantesimo giorno dal Natale del Signore, abbiamo celebrato la Presentazione di Gesù al Tempio. In passato il primogenito maschio che doveva ricevere il Battesimo veniva presentato al sacerdote nelle braccia della madre inginocchiata sull’ultimo scalino, il Sacerdote lo accoglieva e precedendo il piccolo corteo familiare, accompagnava la madre con il neonato fra le braccia al Battisterio dove battezzava il piccolo. L’unica nota stonata della cerimonia era la pessima abitudine (che grazie all’ostetrica Giovanna CALUZZI è caduta in disuso) di mettere il neonato fra le braccia dell’ostetrica perché potesse ricevere l’obolo degli “invitati” Ai genitori gli auguri e le congratulazioni di tutti … ma alla Santa Madre di Dio, che sapeva che la circoncisione non sarebbe stata l’unica effusione di sangue del figlio, il vecchio Simeone dirà che una spada trafiggerà la sua anima, mentre Anna parlava del bambino a tutti coloro che arrivavano al Tempio. La giovanissima Maria, nonostante il dolore immenso che l’ha invasa nel momento del concepimento per opera dello Spirito Santo, la necessità di allontanarsi in fretta dalla sua casa per consentire all’amato Giuseppe di sistemare le cose ed accoglierla in casa, quando riceve dalla cugina Elisabetta la conferma che non sta vivendo un sogno, afferma con forza: “L’anima mia magnifica il Signore ed esulta in Dio mio Salvatore, d’ora innanzi tutte le generazioni mi chiameranno beata … non sarà beata, sarà la donna del dolore … non è per nulla facile essere Cristiani. prof Francesca LAURO