Torre Annunziata. Ucciso in una sparatoria ragazzo 24 enne di Castellammare



Torre Annunziata ( Napoli ) Ucciso con un colpo di pistola un ragazzo di 24 Anni, originario di Castellammare di Stabia. la sparatoria è avvenuta intorno alle ore 21 nei pressi dell’uscita autostradale ” Torre Annunziata Nord”. Forze dell’ordine sul posto per indagini di rito.
Il ragazzo si sarebbe accorto dell’agguato ed è scappato ma è stato inutile hanno scaricato addosso oltre dieci colpi di arma da fuoco. Una scia di sangue quella che hanno trovato e seguito i carabinieri del Nucleo operativo di Torre Annunziata, come scrive Dario Sautto su Il Mattino: l’asfalto colorato di rosso ha portato gli investigatori al cadavere di Alfonso Fontana, pregiudicato di 24 anni nativo di Castellammare di Stabia freddato e trucidato senza pietà. Un agguato di camorra in piena regola consumatosi nella tarda serata di ieri a Torre Annunziata, al Corso Umberto Primo, non lontano dal Tribunale. Fontana – secondo le prime ricostruzioni dei Carabinieri – era affiliato al clan dei Fasano attivo a Castellammare. Un agguato mortale avvenuto dunque in un territorio dove a dominare sono altre famiglie mafiose. Un omicidio di camorra che si consuma nel giorno in cui è stata scoperta una scuola mai entrata in funzione dove la camorra aveva allestito il suo poligono di tiro. Tra i banchi i clan provavano le armi da utilizzare negli agguati e per nascondere munizioni e droga. Siamo sempre a Torre Annunziata, al rione Penniniello, isolato 4. Uno dei quartieri in cui la presenza dei clan è opprimente, dove lo spaccio di droga rappresenta il pane quotidiano di diverse famiglie. È il quartiere in cui è stata trovata la casa (di un vero boss) per girare le scene della serie tv Gomorra e ambientare la residenza del capoclan della fiction Pietro Savastano. Ieri, nel corso di alcuni controlli in quel rione di palazzoni popolari dove ha la sua roccaforte il clan denominato «quarto sistema», i carabinieri hanno effettuato l’accesso in quella che doveva essere la Scuola Parco Penniniello.
IL NASCONDIGLIO
Nei sotterranei è stato trovato il poligono di tiro, con decine di fori lungo le pareti. Li sono state troivate munizioni e anche 200 grammi di marijuana, 4 bilancini di precisione e materiale per il confezionamento delle dosi. Nel corso dei controlli, un 17enne è stato denunciato a piede libero per ricettazione.
IL QUARTIERE
Lo scorso settembre, dopo i fatti di Caivano, Fernando Mone, uno dei commissari prefettizi che amministrano da quasi due anni il Comune di Torre Annunziata insieme al prefetto Enrico Caterino e Marco Serra, dopo che l’amministrazione comunale è stata sciolta per presunte infiltrazioni della camorra, al Mattino definì il Penniniello «un “piccolo” Parco Verde, con emergenze sociali importanti sulle quali incidere».
>Se negli anni ’80 «Fortapàsc» era solo nel Quadrilatero delle Carceri, dove il clan Gionta aveva occupato Palazzo Fienga, oggi anche tra quei palazzoni la camorra ha preso piede. Circa 370 alloggi popolari, un migliaio di residenti, tra porticati e stradine semiprivate cinque anni fa un nuovo gruppo criminale ha operato una vera e propria scissione dal clan Gallo-Cavalieri e si è autoproclamato «quarto sistema», con l’intento di fare la «guerra» ai Gionta.
LO SCONTRO TRA I CLAN
E la faida con i Gionta ha già vissuto momenti critici: il tentato omicidio di Giuseppe Carpentieri, genero del capoclan Valentino Gionta, ferito mentre era al balcone di casa a maggio 2020, e ancora gli agguati mortali ai cognati Francesco Immobile (settembre 2021) e Raffaele Malvone (marzo 2023). I «gialli» Gionta contro i «verdi» del quarto sistema, che hanno ricoperto di scritte di quel colore tutto il rione Penniniello, a mo’ di sfida. Durante alcuni controlli, qualche anno fa un poliziotto fu costretto a sparare un colpo di pistola in aria per placare la folla che aveva accerchiato la volante per impedire l’arresto di un minorenne, rampollo di camorra. Altri ragazzini decisero di imbrattare con una scritta offensiva contro le forze dell’ordine la stele in ricordo di Giovanni Falcone.
Altri minori a rischio, quelli della casa famiglia Mamma Matilde, la ripulirono. Tra una scena di Gomorra e un episodio di camorra, il blitz dei carabinieri ha dimostrato come i clan erano riusciti ad appropriarsi di un bene dello Stato. Un po’ come scoperto tre anni fa nella vicina Castellammare di Stabia, dove la scuola «Salvati» chiusa per la «spending review» nel quartiere Scanzano, altra roccaforte di camorra, aveva permesso al clan D’Alessandro di prendere possesso dell’edificio per organizzare summit e allevare cani.
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