Tradizioni di San Biagio: perché si mangia il panettone raffermo?

3 febbraio 2024 | 19:36
Share0
Tradizioni di San Biagio: perché si mangia il panettone raffermo?

Tradizioni di San Biagio: perché si mangia il panettone raffermo?

Il 3 febbraio si celebra la festa di San Biagio, il santo noto per proteggere dai “mali alla gola“. In Lombardia, e in particolare a Milano, una delle tradizioni più radicate è quella di consumare una fetta di panettone avanzato dalle festività natalizie la mattina del 3 febbraio, un gesto che si ritiene capace di preservare dalla malattia alla gola.

Ma qual è l’origine di questa usanza e perché si preferisce il panettone raffermo?

La tradizione milanese affonda le radici nella figura di San Biagio, dichiarato Santo e protettore della gola dalla Chiesa Cattolica a seguito di un miracolo attribuitogli. Si narra che il Santo abbia salvato un giovane soffocato da una lisca di pesce, donandogli una grossa mollica di pane che ha permesso di rimuovere l’ostacolo e salvarlo. Tuttavia, la tradizione milanese si basa anche su un’anecdote contadina che coinvolge un frate goloso di nome Desiderio e una massaia.

La storia narra che la donna portò al frate un panettone per essere benedetto poco prima di Natale, ma dimenticandosene, tornò a reclamarlo solo il 3 febbraio. Nel frattempo, Frate Desiderio aveva benedetto il dolce e ne aveva consumato gradualmente pezzetti fino a che rimase solo l’involucro. Di fronte alla richiesta della donna, il frate non si perse d’animo e la condusse dove era rimasta solo la carta del dolce, sorprendendosi nel vedere che il panettone era “ricomparso” addirittura più grande di quello originale. Questo “miracolo” fu attribuito a San Biagio, consolidando così la tradizione di consumare il panettone il 3 febbraio per proteggersi dai disturbi alla gola.

La scelta di consumare il panettone raffermo potrebbe derivare dalla storia di Frate Desiderio, che benedisse il dolce durante il periodo natalizio e ne consumò gradualmente pezzi fino al giorno della richiesta della donna. In questo modo, il panettone assume una connotazione speciale, diventando parte integrante di una tradizione che unisce devozione, miracolo e folklore.

Ma San Biagio non è celebrato solo a Milano; in diverse regioni d’Italia, vengono tramandate tradizioni legate al Santo. Ad esempio, a Salemi (Trapani), si commemora un miracolo in cui San Biagio salvò la popolazione da una grave carestia causata da un’invasione di cavallette, distribuendo poi cavadduzzi e caddureddi, simboli della ricorrenza, ai fedeli. A Maratea, in Basilicata, le reliquie di San Biagio sono custodite e venerate in una basilica dove si racconta che le pareti abbiano rilasciato un liquido giallastro, ritenuto “manna celeste” e utilizzato per curare i malati.

San Biagio, vissuto nel III secolo d.C., fu medico e vescovo imprigionato dai Romani a causa della sua fede cristiana. La sua figura è legata a numerosi miracoli, tra cui quello delle messi a Salemi e delle lingue di fuoco a Fiuggi. Le celebrazioni in onore di San Biagio a Maratea durano addirittura otto giorni, sottolineando l’importanza e la devozione verso questo Santo del “cibo”.

In conclusione, la tradizione di consumare il panettone raffermo il 3 febbraio è un rito che unisce la fede, la storia di San Biagio e il gusto culinario, offrendo un’esperienza unica che si tramanda di generazione in generazione. E sebbene possa sembrare un gesto simbolico, la ricorrenza di San Biagio continua a essere celebrata con affetto e partecipazione in molte regioni d’Italia, consolidando il legame tra il miracoloso panettone e la protezione dalla malattia alla gola.